Marisa Falcone è un avvocato in prima linea contro il Muos, sia con la sua associazione Adas (Associazione per la Difesa dell’Ambiente e della Salute), sia in veste di semplice cittadina.
Quali sono i rischi maggiori?
“L’esposizione ai campi elettromagnetici è estremamente nociva per la salute della popolazione, per la flora e per la fauna, soprattutto quando l’esposizione è quotidiana. L’elettrosmog è un nemico invisibile presente anche nelle nostre case. Nel caso di specie, l’istallazione di 41 antenne prima ed oggi di 3 parabole satellitari all’interno di una riserva naturale protetta, sito di importanza comunitaria, ha già avviato e porterà ad estreme conseguenze un processo di degrado dell’area boschiva con sparizione di esemplari di vegetazione in via d’estinzione. Nella Sughereta vivono uccelli rari che stanno lasciando i luoghi o si stanno estinguendo; le onde delle parabole incideranno anche sui flussi migratori degli uccelli. Per quanto riguarda le ricadute sulla salute della popolazione, è ormai noto come, in caso di esposizione alle fonti elettromagnetiche, a farne le spese siano soprattutto il sistema immunitario, il sistema nervoso centrale, gli occhi, le ghiandole endocrine e gli apparati della riproduzione. Nelle zone limitrofe alla base militare americana, i medici hanno registrato un incremento di leucemie e patologie oncologiche, cataratte in età precoce, tiroiditi, malformazioni neonatali e un aumento della sterilità, danni tipici da esposizione all’elettrosmog, che a causa dell’inerzia delle Autorità competenti non sono stati consacrati in studi epidemiologici ufficiali. Il rischio salute e ambiente aumenterà con l’attivazione, se mai avverrà, delle parabole Muos”.
È un tema caldo quello del MUOS siciliano. Tante le mobilitazioni degli ultimi mesi, giorno 28 dicembre un incontro importante a Palermo a cui lei ha preso parte. A quale conclusione si è giunti?
“L’incontro del 28 dicembre scorso è stato l’avvio di un dialogo, che auspico possa essere fruttuoso, con l’attuale Assessore al Territorio e all’Ambiente che nell’occasione ha mostrato sensibilità verso la battaglia condotta da cittadini e associazioni. Nel mio intervento ho rappresentato la necessità di colmare le lacune istruttorie presenti nel procedimento amministrativo, che ha condotto alla autorizzazione delle opere, laddove è mancata una significativa verifica dei rischi legati alla attivazione delle parabole che emetteranno un campo elettromagnetico che andrà ad aggiungersi ai campi elettromagnetici prodotti in loco dalle 41 antenne istallate anch’esse dalla Marina militare americana ed attive da circa 20 anni. Appaiono deficitarie le rilevazioni effettuate dall’Arpa; va rivista la valutazione di incidenza ambientale. Ho chiesto all’Assessore, che ha mostrato di voler rivalutare l’iter amministrativo percorso dalla vecchia amministrazione, di esaminare l’opportunità di emettere in autotutela un provvedimento di sospensione dei lavori. L’Assessore, in conclusione dell’incontro, si è impegnata a inviare intanto una nota a firma congiunta con l’Assessore alla Salute, rivolta alle Autorità militari americane e italiane, ai Ministeri competenti e all’Istituto Superiore di Sanità; a breve dovrebbe essere fissato un prossimo incontro. Intanto, per giorno 8 gennaio, l’Assemblea Regionale Siciliana ha posto all’ordine del giorno l’esame della “questione Muos”.
L’incontro è stato possibile soprattutto grazie alla tenacia di chi, come lei, si è battuto per creare un dialogo con la classe politica. Cosa significa per voi?
“Ritengo che la logica “muro contro muro” non abbia mai pagato e che il dialogo anche in questo caso possa essere utile per il raggiungimento degli obiettivi che la lotta “NO MUOS” si prefigge. E’ chiaro che, se l’incontro fissato a meno di un mese dall’insediamento del nuovo Assessore appare un segnale positivo, questo non deve indurre a fermare la protesta popolare, piuttosto ad intensificarla mettendo a punto delle strategie volte a sensibilizzare anche quelle fette di popolazione siciliana che ancora oggi ben poco sanno in ordine alla “questione MUOS”. Sono impegnata in prima persona nella costituzione di un tavolo tecnico-giuridico che raccolga avvocati, ingegneri, medici, agronomi, biologi, fisici ed esperti disponibili a collaborare per mettere in sinergia le rispettive professionalità con spirito di servizio verso la collettività al fine di approntare nel più breve tempo possibile strategie di azione efficaci e qualificate e che sia in grado di fornire i giusti input alla Regione. Tra le iniziative quella di pretendere dagli Assessorati competenti anche la modifica del Decreto dell’Assessorato all’Ambiente ed al Territorio emesso nel mese di settembre 2012, che consente l’emissione di campi elettromagnetici in zone militari anche oltre i limiti previsti ordinariamente”.
Il movimento No MUOS conta migliaia di sostenitori, anche se, spesso, di fronte a mancate risposte, lo sconforto e la delusione prendono il sopravvento. Lei crede ciecamente in questa missione, cosa si sente di dire al popolo siciliano?
“Nel 1991, quando vennero istallate nella Sughereta di Niscemi le 41 antenne, violando l’ambiente e l’ecosistema, non vi era la consapevolezza che vi è oggi circa i danni da esposizione all’elettrosmog e pertanto la protesta non fu significativa. Oggi grazie agli studi compiuti in Italia e soprattutto all’estero vi è maggiore consapevolezza della dannosità dell’elettrosmog per la salute e per l’ambiente. La popolazione di Niscemi e dei paesi limitrofi ha sperimentato sulla propria pelle l’aumento di patologie oncologiche, endocrine e neurologiche. Sotto gli occhi di tutti è lo scempio compiuto per la realizzazione in area protetta di opere militari. Noi siciliani, se non reagiremo con forza e determinazione, non solo opponendoci alla realizzazione dell’impianto MUOS, ma anche al mantenimento delle 41 antenne già funzionanti in loco, non avremo giustificazione alcuna. È una grande occasione per far valere diritti fondamentali. Collaborare con le istituzioni, organizzare incontri, svolgere attività d’informazione e far sentire la protesta sul territorio sono il programma minimo da realizzare quotidianamente. Annoto infine come sia importante che le forze politiche presenti all’Ars si facciano portatrici delle istanze della popolazione perché questa battaglia è un dovere sociale e come tale va combattuta a tutti i livelli. Auspico una Giunta regionale itinerante a Niscemi che consenta un incontro della popolazione locale con le massime Autorità regionali affinché esse siano pienamente consapevoli della fondatezza delle proteste e si attivino di conseguenza”.
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