Mita Medici al secolo Patrizia Vistarini, e resa nota dal film “La ragazza del Piper”, ci ha parlato della sua carriera. Mita Medici, attrice romana è molto poliedrica. Si è dedicata alla musica, al cinema, alla televisione e al teatro, che per lei è la summa di tutte le arti. “Sul palcoscenico- ci ha raccontato- si prova un’emozione fortissima”. Sta lavorando alla regia di un cortometraggio, nel quale la protagonista è una donna.
Di che cosa parlerà stasera, durante la presentazione del Morandini?
Porterò la mia testimonianza sui corti. Il premio indetto quest’anno dai Morandini è un’ottima iniziativa. Io girerò un cortometraggio che, tra l’altro ho scritto io, come regista. È un ottimo esercizio di fantasia. È una chance per cominciare una nuova esperienza.
Qual è la trama di questo suo lavoro?
S’intitola “Panzerotti con la ricotta” e non ha a che fare con la cucina. È un racconto in cui la protagonista è una donna. Una sera, mentre era sola a casa, vive l’intrusione di un uomo. Grazie a questo incontro fortuito e strano, i due scopriranno molte cose della loro vita. Si racconteranno le loro debolezze con una sorpresa finale. La scrittura, come la recitazione, è un bellissimo lavoro. Il cinema è meraviglioso perché permette l’incontro di linguaggi diversi.
Lei ha lavorato per il teatro, la televisione, il cinema. Quale preferisce di più?
Amo molto il mio lavoro. Mi piace immergermi nei personaggi e animarli. Credo che il teatro sia la summa dell’arte per un attore. Gli attori, anche se fanno poi tanto cinema, non abbandonano mai il teatro e vi ritornano. L’attore in teatro trova l’immediatezza e si mette in gioco, perché è senza filtri.
Come è cambiata la comunicazione nel corso degli anni?
È cambiata moltissimo. Ho iniziato col cinema in cui ognuno aveva il proprio ruolo. Adesso si sono accorciati i tempi. Ad esempio, si gira in meno tempo sia per il cinema che per la televisione. Non tutte le fiction sono di qualità e alcune sono un serbatoio della situazione politica di questo paese. Prima era tutto più curato, fino al minimo particolare. Spesso oggi, viene fatto un cinema simile alla televisione. Quest’ultima ha portato un attacco pesante al cinema, soprattutto nel nostro paese. L’Italia è stata maestra di cinema per tanti altri paesi e ancora oggi godiamo di un’attenzione particolare.
Lei ha girato in Sicilia nel film “Un milione di giorni”. Che tipo di esperienza è stata?
Bellissima. Ho trascorso dei bei momenti con tutte le colleghe. Il film è stato girato a Siracusa. Ho girato anche a Stromboli che mi è rimasta nel cuore. Io ho un po’ di sangue siciliano, perché mia nonna Agatina era di Catania e sono molto legata a questa città.
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