Da diciassette anni, la signora Muni Sigona e suo marito vivono – come lo chiama lei – un dono del Signore: Toti, il figlio, un ragazzo autistico ad alto funzionamento che parla, gioca, si rende conto di tutto ciò che lo circonda ma, in alcuni momenti, “viene preso dai nervi e spacca tutto”. Tante persone sono uscite fuori dalla vita dei due coniugi perché non muniti della pazienza necessaria per stare accanto ad un ragazzo con una problematica così. Ad aver aiutato Toti è stato proprio un ragazzo di nome Ebrima, giovane migrante proveniente dal Gambia e che fino a poco tempo fa era ospite della Locanda del Samaritano, struttura di accoglienza per gli homeless a Catania. I due sono diventati molto amici, stando a stretto contatto per otto ore al giorno. Da un sogno della signora Muni Sigona, e del marito Michele Lanza, è nato un progetto che adesso sta prendendo forma e piede: a Modica, verrà costruita la “casa di Toti”, una comunità per disabili che gestirà il primo albergo etico in Sicilia, nato in una masseria del Settecento e già di proprietà dei genitori di Toti. Il progetto sta andando avanti grazie alle donazioni di privati e di alcune aziende siciliane, tra cui la Valle del Dittaino.
Intervista a Muni Sigona
A che punto è il progetto?
Attendiamo la concessione edilizia. Proprio due giorni fa, ho parlato con l’ufficio e mi hanno detto che a breve arriverà. Quindi ad ottobre, se riusciamo, ma noi siamo già pronti economicamente, daremo inizio ai lavori.
Quante realtà uguali a questa esistono in Sicilia e in Italia?
Il nostro albergo etico sarà il primo in Sicilia. Già ne esiste uno ad Asti, nato nel 2006 e gestito da ragazzi down ma con una concezione un po’ diversa rispetto a quella che sarà la nostra: la sera, infatti, questi ragazzi tornano a casa dalle loro famiglie mentre da noi, avranno un posto in cui vivere e lavorare allo stesso tempo. Per quanto riguarda gli alberghi etici, ne esistono sei in tutto il mondo e io, dopo aver fatto le dovute ricerche, li descrivo anche nel mio libro dal titolo “Calle calle, biografia di un sogno” acquistabile nelle migliori librerie di Catania e che serve alla raccolta fondi.
Quante persone ospiterà la struttura?
Potrà ospitare tra i sette e gli otto ragazzi maggiorenni, però alla “casa di Toti” ci sarà anche un centro diurno e ciò significa che potranno venire altri ragazzi durante la giornata per collaborare alla gestione dell’albergo etico.
Perché albergo etico e non struttura sanitaria?
Perché io cerco di mettere da parte il più possibile tutto ciò che riguarda la sanità, gli ospedali o gli ambulatori. Toti ha trascorso tanto tempo in queste strutture e non bene. Voglio che per questi ragazzi ci sia l’impronta di un mondo speciale e non ospedaliero. Ovviamente ci saranno degli specialisti, pronti a seguirli, ma senza camice bianco.
Per quale motivo ha fortemente voluto questa esperienza?
Perché Toti è stato lontano da me più di un anno, apparentemente bene ma in realtà non era così, in quanto la struttura che lo ospitava non era adeguata a sostenere le sue problematiche. Questi ragazzi hanno bisogno di un aiuto adesso, proprio in vista del loro futuro perché quando noi genitori non ci saremo più, loro potranno vivere la loro vita nel migliore dei modi e in una struttura familiare e accogliente. Io voglio creare un centro di eccellenza.
Articolo di Martina Lo Giudice
Scrivi un Commento