“Non mi lascio abbattere dalle avversità, cerco sempre di andare avanti”. Forte, passionale e volitiva le caratteristiche preponderanti di Ornella Giusto, che incontriamo in occasione della Lettura Sceneggiata del romanzo, “Storia di una Capinera”, di Giovanni Verga, al Teatro Brancati di Catania il 29 gennaio, evento promosso su iniziativa della Fondazione Verga con l’apporto scientifico di Margherita Spampinato, ordinaria di Filologia Romanza e Letteratura Italiana, Facoltà Lettere e Filosofia, e Gabriella Alfieri, ordinaria di Storia della Lingua Italiana, Facoltà Lettere e Filosofia, entrambe dell’ateneo catanese. “Quando studio e interpreto un personaggio non mi limito a prestare la mia voce o il mio corpo, ma dono parte della mia anima”
Dopo il successo estivo al cortile Platamone con la Lettura Sceneggiata del romanzo epistolare, “Storia di una Capinera”, ritorna a vestire con la sua interpretazione il dolore della giovane Maria. Come si è immedesimata nella creazione e nella rappresentazione del personaggio?
“I miei maestri mi hanno sempre detto che interpreto molto bene i ruoli drammatici. Ammetto di essere una persona molto sensibile e quindi è più facile vivere le sofferenze di chi rappresento. Non mi sono soffermata solo sull’aspetto letterario di Maria, ma sono andata oltre; infatti ho scavato nell’indole psicologica del personaggio e di conseguenza mi sono immedesimata nel suo essere donna. Tutte le donne, in maniera diversa, hanno provato e vissuto sulla propria pelle la fase dell’innamoramento e le forti emozioni che dà l’amore. Fondamentalmente mi sento un po’ anch’io una Capinera, perché dentro di me c’è questa sorta di malinconia. Sono una donna fortemente passionale. Vivo con grande amore e intensità tutto ciò che accade nella mia vita. Non ho paura di vivere l’amore con tutte le sue sfumature, anche quelle dolorose. Mi sono tuffata in questo personaggio cercando di conoscere e capire ciò che sta vivendo Maria, cercando di vivere tutte le passioni della protagonista. La lettura e la successiva interpretazione del testo davanti al pubblico ha suscitato in me grandi emozioni e spesso mi sono commossa anche in scena dimostrando in modo assoluto la mia sofferenza. La Capinera di Verga è una storia molto triste, molto cruda che attira il pubblico, perché parla in maniera diretta e semplice della grande fragilità umana”.
Non solo attrice, ma anche autrice; infatti nel 2007 pubblica una raccolta di versi dal titolo “Il Rumore dell’Anima”, riscuotendo notevole successo di critica e di pubblico. La stessa raccolta è stata poi da lei interpretata in giro nei vari teatri. Quali sono state le differenze nel creare e nel rappresentare il suo progetto?
“Tutto è iniziato in maniera molto graduale. “Il Rumore dell’Anima” è stato presentato alla Casa del Cinema di Roma da Felice Laudadio riscuotendo un successo inaspettato, perché ho avuto un gran coraggio a pubblicare un libro di poesie estremamente dirette, naturali e autobiografiche. Un testo in cui si descrive esattamente la mia persona; ho esternato i miei sentimenti e le mie emozioni facendo conoscere la mia sensibilità d’artista. Da questa personale raccolta è nata “Sfogliando le pagine dell’anima”, adattamento teatrale molto particolare, da cui è nato un altro spettacolo, “La Bella Gitana” che segue e parla di un percorso femminile in parte autobiografico. In Bella Gitana si assiste a uno sdoppiamento della personalità, ad un confronto tra Ornella, la parte razionale, e Nella, il lato più istintivo e passionale del mio carattere, in modo da diventare uno scherzo poetico sentimentale”.
Non solo teatro e tv, ma anche cinema; infatti debutta sul grande schermo con Giuseppe Tornatore in Malena. Possiamo avere un suo ricordo di quel momento e dell’incontro con Tornatore?
“Ricordo che quando feci il provino per Malena ero impegnata in un altro spettacolo a Roma in cui interpretavo una suora; dopo aver fatto il provino ero convinta che non mi avrebbero scelta, ma poi arrivò la fatidica chiamata e tutto ciò che ne conseguì. Per Malena feci il mio primo passaporto, perché le scene furono girate nella maggior parte in Marocco. È stata una bellissima esperienza, perché Tornatore lavora molto sull’attore e non si ferma a seguire solo i movimenti di macchina, ma crea un vero rapporto psicologico con tutto il cast. Interpretavo una prostituta degli anni quaranta, un ruolo forte con alcune scene di nudo, per me, imbarazzanti. Per Malena ho dovuto superare la mia naturale timidezza e riservatezza. Bisogna stare molto attenti a ciò che si sceglie e cosa si fa”.
Nello spettacolo “Briciole di Pioggia – Le Mille Facce di una donna”, diretto da Vincent Navarra, parla di donne. Ornella Giusto che tipo di donna è?
“Sona una donna forte, non mi abbatto facilmente e nelle difficoltà cerco di andare avanti, di tirar fuori il mio carattere. Non mi fossilizzo, mi piace reinventarmi portando avanti il mio spirito creativo. È fondamentale credere in se stessi e avere il coraggio di saper donare molto della propria persona al pubblico”.
Cinema, teatro e televisione … arte recitativa a tutto tondo, ma dove si sente più a suo agio?
“Mi piace cimentarmi in ogni ruolo sia drammatico sia comico. Se dovessi fare una scala di preferenze al primo posto metterei il teatro, perché sentire il pubblico durante lo spettacolo è un’emozione indescrivibile. Il cinema è una grande espressione artistica che mi piace molto, ma il teatro è il teatro”.
Le sue interpretazioni sono tutte molto intense e passionali. Qual è il personaggio a cui è più affezionata?
“Mi lego un po’ a tutti i personaggi che interpreto. Ho interpretato personaggi forti e particolari, ma se dovessi scegliere, forse, sceglierei il personaggio a cui ho dato vita ne “L’Attentatuni” di Claudio Bonivento, in cui interpretavo una donna che non poteva avere figli. I ruoli drammatici probabilmente riesco a sentirli di più, ma non nascondo che c’è anche una vena comica in me che ancora non è stata scoperta. So che riuscirei a far ridere, spero di trovare il regista che mi aiuti ad esternare la mia vena comica”.
Progetti futuri?
“Tanti e tutti interessanti. Mi dividerò tra Roma e Catania; infatti il 23 e 24 febbraio, a Roma, all’interno di una rassegna teatrale che parla di donne, rivestirò i panni de La Bella Gitana; riprenderanno le repliche di “Vino Amore e Pizzicori” ad Acireale, e prossimamente sarò al Fellini di Catania. Inoltre sono impegnata con le prove di una commedia molto particolare a Roma, ma di questo per scaramanzia preferisco non dire altro”.
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