Paolo Scarpi: “Dieta mediterranea? Invenzione post-moderna”


A fine 2009 l’Unesco ne propone l’inserimento tra i beni intangibili da preservare. Da allora, l’antico patrimonio alimentare di Italia, Francia, Spagna e Marocco torna sotto i riflettori di storici, antropologi ed alimentaristi. Ma come il mediterraneo stesso, la sua dieta era in realtà una pratica antichissima già nota ai Greci, poi declinata in un vero mosaico di usanze e contaminazioni del gusto. Ma un dato è certo: mangiare seguendo il Mediterranean way, Eat well, stay well, secondo quanto codificato dagli studiosi americani, allungherebbe la vita. Come è stato ribadito nel corso del convegno sull’alimentazione, produzioni tradizioni e cultura del territorio organizzato la settimana scorsa  dalla Fondazione Buttitta di Palermo. Come spiega il professor Paolo Scarpi dell’università di Padova: “Dieta mediterranea, da quando è entrata nell’elenco dei beni dell’Unesco è tornata di moda, ma in realtà in Sicilia è un’abitudine consolidata da sempre”.

 

Come nasce questa idea di mangiar mediterraneo? E perché allungherebbe la vita?
“La cosiddetta “dieta mediterranea” non è propriamente una moda, ma uno stile di vita ben preciso, che il medico americano Ancel Keys ha per la verità solo riscoperto, perché già la conosceva Platone e prima di lui Pitagora: pochissima carne e preferibilmente bianca, molti vegetali e derivati animali, come formaggio e latte, un po’ di vino. Il come poi nasca, se escludiamo gli interessi di mercato, è poi difficile dire”.
Braudel ha scritto che il Mediterraneo geografico inizia e finisce con l’olivo, il grano e la vite, ma nella dieta mediterranea di oggi c’è ben altro, molti prodotti sono arrivati dalle americhe eppure oggi sono parte del paesaggio mediterraneo….
“La dieta mediterranea è invenzione contemporanea, forse quasi post-moderna: essa è cioè il prodotto di una evoluzione del patrimonio della civiltà mediterranea una volta venuto a contatto con altri prodotti: il pomodoro, parte integrante e indispensabile oggi per concepire una dieta mediterranea, non è originario del Mediterraneo. I tre elementi a cui fa riferimento Braudel sono il fondamento storico del panorama della tradizione alimentare mediterranea”.
Ma gli antichi romani, dalle emergenze archeologiche rimaste sino ai nostri giorni, che cosa mangiavano?

“Da occidente ad oriente è un bel dire dieta mediterranea…… Per la verità mangiavano soprattutto cereali e verdure e legumi, dai quali soprattutto ricavavano il necessario contributo proteico. Il consumo di carne era molto limitato e circoscritto prevalentemente ai momenti sacrificali in onore degli dei”.
Oggi c’è un ritorno alla cultura del cibo nel senso del piacere e del gusto, ma soprattutto del recupero del benessere e della salute, cibi biologici, km 0, ritorno ad antiche varietà scomparse di frutta e legumi, siamo disposti a pagare di più in cambio di tutela del consumatore e di prevenzione delle malattie. Ma sino a che punto è lecito arrivare, in tempi di crisi?
“Non vedo la contraddizione se non in termini di un mercato globale, che non può concepire le cosiddette “nicchie locali” perché culturalmente insensibile. Cerco di spiegarmi. La crisi non è prodotta da fenomeni naturali, ma da una volontà speculativa finanziaria. Salvare e difendere e
produrre (sia pure con fatica)in realtà è il solo modo per contrastare la crisi. E’ sufficiente frequentare gli empori ortofrutticoli collegati con vendite all’ingrosso, dove i prodotti sono dichiaratamente locali per avere una risposta inequivocabile”.
La Sicilia è un grande laboratorio di biodiversità naturale, culturale e antropologico. Gli chef siciliani tornano a riscoprire i piatti dei loro nonni nelle varianti locali, la cucina povera dei piatti unici, dal cous cous, ai legumi alle focacce ripiene.. ma questo è comune a tutte le grandi culture oppure crede davvero che esista un primato dell’ area mediterranea dalla Spagna al vicino oriente?
“Personalmente sono convinto che esista un primato dell’area mediterranea e soprattutto della nostra penisola: la grande cucina francese in realtà è figlia di due donne italiane Caterina e Maria de’ Medici. La nostra cucina povera è invece ricchissima, di sapori e di storia”.

 

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