Pooh: “Opera Seconda tour, lo spettacolo più bello della nostra carriera”


“Sono trascorsi quarantasei anni dal nostro debutto e dal nostro primo disco, ma quando ritorniamo in sala di registrazione, ci emozioniamo come la prima volta”. Cambiano le mode, la storia segna grandi evoluzioni e trasformazioni, la mentalità si modifica, ma i Pooh ci sono sempre, e ogni volta che esce un loro disco, scalano le classifiche. In occasione del tour Opera Seconda, durante le loro date siciliane, Roby, Dody e Red ci spiegano come si diventa musicisti di successo senza sentirsi mai arrivati. “Scommettiamo ogni giorno sulla nostra musica e sulla forza delle nostre idee concretizzando giorno dopo giorno i nostri sogni di musicisti”. 

Dopo Opera Prima, pubblicato nel 1971, arriva nel 2012 Opera seconda. In questa nuova creazione siete accompagnati da un’orchestra sinfonica di sessantasette elementi.  Ci proponete vecchi brani “riarrangiati”. Con quale spirito sono stati “rinnovati” e cosa vi ha spinto alla collaborazione con artisti come Claudio Baglioni o Mario Biondi?

“Per il titolo del disco non potevamo non utilizzare la parola “opera”, perché è proprio di questo che si tratta. È un progetto speciale dietro il quale si nasconde un grande lavoro per inserire un’orchestra sinfonica all’interno di un suono così definito e solido come il nostro. Volevamo che Pooh e Orchestra in questo progetto diventassero la stessa cosa, inseguendo una fusione ritmica tentata in passato con notevoli risultati solo dalla Elettric Light Orchestra e selezionando delle canzoni che potevano reggere le ouverture e le suite scritte per l’orchestra. Il criterio di scelta ci ha portato a preferire brani, diciamo, di nicchia. Non si tratta di grandi classici, ma di canzoni che, dopo trenta o quarant’anni, sentivamo il bisogno di ripensare completamente. Nei testi di queste canzoni si parla di argomenti ancora molto attuali come la ragazza che va a Milano o l’omosessualità di Pierre; l’idea con cui ci siamo messi al lavoro è di tracciare una storia sociale del nostro Paese attraverso situazioni e personaggi che non hanno perso la loro attualità. Uno dei brani è Maria marea che segna il duetto con Claudio Baglioni con il quale siamo legati da un rapporto di amicizia e stima reciproca. L’anno scorso siamo andati a Lampedusa per O’Scià (festival di musica leggera ideato da Baglioni, ndr), e Maria Marea non poteva che farci pensare a Claudio”.

 

Ci penserò domani è il brano che ha anticipato l’album nelle radio. Un classico dei Pooh completamente rivoluzionato: canta Dody, e non Roby, con Mario Biondi. A cosa è dovuta questa scelta?

“Mario Biondi ci mandò un provino di Ci penserò domani quando ancora cantava nei pianobar. Appena abbiamo deciso che l’avremmo inserita nel disco abbiamo pensato a lui. L’interpretazione di Mario ha dato un approccio internazionale a questo brano”.

 

Il tour iniziato lo scorso anno si caratterizza per il rapporto osmotico tra voi e la grande orchestra diretta da Giacomo Loprieni. Quali sono le emozioni che vi hanno guidato in questo nuovo progetto?

“Dopo i primi esperimenti, con l’orchestra in Canada e a Sofia, è stato davvero travolgente mettere su questo spettacolo. Senza contare che dal vivo suoniamo tutto l’album e anche nuove versioni di altri brani riarrangiati con l’orchestra. Siamo riusciti ad avere un palcoscenico più sobrio, ma senza rinunciare alla grande botta di colore del rock. Siamo i primi in Italia ad utilizzare i fari a.leda, i nuovissimi cambia colori a led firmati Clay Paky, per un ingombro visivo molto ridotto in modo da non invadere il palco, con un impatto bassissimo. È stata una sfida, ma a noi piace perché crediamo nel nostro lavoro”.

 

L’abbandono di Stefano ha certamente cambiato il corso della vita dei Pooh. Come avete affrontato questo capitolo della vostra storia?

“Abbiamo preso questo evento come l’occasione per rilanciare la nostra musica. Il nostro primo disco dopo il suo addio è andato benissimo nelle vendite e abbiamo continuato a suonare. In altre parole abbiamo trasformato un accadimento negativo in un’occasione di rilancio e rinascita per la nostra musica. Noi continueremo a portare avanti questo sogno finché ci sarà l’energia”.

 

Dall’alto dei vostri quarantasei anni di carriera cosa vorreste fare che ancora non avete fatto?

“Siamo fieri della nostra storia, ma anche pronti a rinnovarci e affrontare nuove sfide. Abbiamo ancora tanti sogni e tante idee da realizzare, come quelle di mettere in piedi un musical, scrivere altri pezzi importanti, conoscere persone di altre culture, portare avanti importanti progetti internazionali. Siamo musicisti e lo saremo per tutta la vita”.

 

Vivere di sola musica non è facile e chi riesce ad affermarsi è un privilegiato. La TV, secondo voi, con programmi come Amici o XFactor dona speranza e voglia di andare avanti ai tanti ragazzi o invece crea false illusioni?

“Pensiamo che questi talent show abbiano una funzione molto importante, perché i giovani oggi non hanno nessun’altra possibilità, in Italia almeno, di farsi notare”.

 

Avete cantato l’amore sotto ogni aspetto; la donna è sempre la protagonista indiscussa delle vostre canzoni. Il nostro è un magazine diretto alle donne ed è naturale chiedere cosa sia la donna per i Pooh.

“Sono le donne che ci danno energia, sono loro la parte migliore dei nostri pensieri”.

 

Il vostro tour è arrivato in Sicilia. C’è un aneddoto particolare legato alla nostra Isola?

“In Sicilia nel 1966 partimmo con la prima ipotesi di tour. A Catania, in un concerto allo stadio Cibali della fine degli anni ’70, ci siamo esibiti davanti a 22.000 persone. In quel momento abbiamo capito che potevamo fare definitivamente il salto dai palazzetti ai grandi spazi. L’accoglienza dei siciliani è stata per noi sempre una fonte di grandi emozioni in ognuna delle nostre esibizioni da Taormina a Palermo”.

  

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1 Commento

  1. 3 dicembre 2013
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    Noi saremo sempre al vostro fianco Pooh , vi terremo d’occhio ;)) non sarà facile allontanarsi da Noi …………………. !!

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