Una lunga colonna sonora dedicata alla donna: l’idea è del maestro Salvatore Pennisi, musicista catanese di lungo corso che in tanti anni di carriera ha girato il mondo proponendo le più struggenti melodie. L’idea di colorare idealmente di rosa i tasti del proprio pianoforte è una sorta di divertissement da aggiungere all’elenco di collaborazioni eccellenti (Pennisi ha suonato nei gruppi di Nicola Di Bari e Dori Ghezzi). Del resto, basta dare un’occhiata al suo sito salvatorepennisi.it per farsi un’idea su questo ambasciatore della musica.
Maestro Pennisi, lei ha proposto un “catalogo” di canzoni al femminile. Che criterio ha utilizzato nella scelta delle musiche ?
“Essendo pianista , ho dato la preferenza prima ai brani che si prestano ad una esecuzione strumentale (Con te partirò, Dont cry for me Argentina, Les moulins de mon coeur) e poi alle canzoni dove è molto importante ascoltare il testo come Woman di John Lennon”.
Nella sua personale classifica quali sono le canzoni o le musiche più belle dedicate ad una donna ?
“Ecco l’elenco delle mie preferite: My funny Valentine ( R. Rodgers), Giorgia on my mind ( Carmichael), Maria (Bernstein), This guys in love whit you (Bacharach), Don’t cry for me Argentina (Webber), Woman (Lennon), Ancora (De Crescenzo), Just the way you are ( Joel), La Donna cannone (De Gregori), Unforgettable (Gordon), Love’s theme (White), Senza fine (Paoli), Michelle (Beatles), Concerto per Margherita (Cocciante), Maruzzella (Carosone), You are the sunshine of my life (Wonder), Con te partirò (Sartori)”
Il mondo della musica è ancora dominato dagli uomini ?
“Nel mondo odierno della musica le donne sono entrate a pieno titolo, non solo come cantanti ma come autrici, strumentiste, direttrici d’orchestra, allargando quindi il nostro orizzonte musicale.Benvenute!”
Chi sono le donne che nel campo della musica italiana lei apprezza di più ?
“Tra le più conosciute: Mina, Milva, Vanoni, De Sio, Giorgia, Mannoia. Tra le giovanissime il livello si è evoluto notevolmente”.
Il suo nome appartiene ad un pezzo della storia della musica italiana, avendo suonato con Nicola Di Bari e Dori Ghezzi. Dal punto di vista musicale erano più creativi quegli anni ?
“Oggi spesso si dice genericamente che una volta la musica era più creativa. Oggi abbiamo molti autori ed interpreti giovani di grande talento. Soltanto che oltre alla buona musica si produce troppo materiale usa e getta (la percentuale più alta), e quindi le persone che non hanno un minimo di istruzione musicale, sono disorientate nelle scelte musicali. Resta il fatto che gli anni ’60 e ‘70, hanno rappresentato per le arti, il costume e la politica, un indiscusso Risorgimento in senso lato”.
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