Santino Mirabella: “Un premio dedicato ad Edo Gari per omaggiare Catania”


È tutto pronto per dare inizio alla prima edizione del “Premio Letterario Efesto – Edo Gari”. Il teatro Musco, location scelta per l’importante evento culturale,  è gremito di folla in attesa che si alzi il sipario ed inizi la tanto attesa premiazione. Dietro le quinte emozionato e commosso Santino Mirabella, giudice del Tribunale di Catania, ideatore ed organizzatore della manifestazione, nel ricordare l’amico e compagno di lavoro che tra una battuta di Tuccio Musumeci e un accordo di chitarra del gruppo musicale i CRABS, spiega come il teatro e i manuali giuridici, seppur apparentemente così diversi, siano molto simili ed affini.

L’associazione culturale Efesto, di cui lei è il presidente, organizza la prima edizione del Premio Letterario Edo Gari. L’idea di questo premio com’è nata essendo lei un magistrato che coniuga teatro e giustizia ? Ci spiega chi è Edo Gari come uomo, artista, professionista ed amico?

“L’idea nasce proprio dalla volontà di fare un omaggio al mio amico Edo; una bella persona, un grande Magistrato e un grande Artista che non ha mai abbandonato – nemmeno dopo essere diventato Magistrato – il suo amore per il teatro. Poi, da qui, è nata una iniziativa che non interromperò più e ogni anno questo premio, denominato ‘Efesto – Città di Catania’, penso e spero possa divenire una consuetudine irrinunciabile per la nostra città. Un regalo alla nostra città”.

Quali sono i punti di forza di quest’ importante iniziativa culturale?

“I punti di forza sono sicuramente la genuinità che ispira l’iniziativa, l’entusiasmo con il quale l’ho cullata e con il quale è stata accolta non solo in Italia ma anche all’estero, avendo avuto partecipazioni anche dal Canada e dal Brasile”.

I giudici lavorano con le parole. Devono stare attenti ad interpretare e capire il loro significato. Si può coniugare la letteratura, la poesia, l’arte in genere con la sua professione forense? Sempre più spesso sentiamo il binomio “Toga e Penna” come elemento inscindibile. Come mai?

“I Magistrati vivono di parole, e non solo di concetti astratti. L’importanza di rinvenire nelle parole il loro significato originario, interpretarne le eventuali sfumature. È  per questo che la attività giudiziaria in fondo cela in sè una teatralità letteraria che ci fa innamorare delle forme e dei contenuti nello stesso modo”.

Lei è molto attivo nel campo culturale. Scrittore, poeta, organizzatore di eventi e amante del teatro. Cosa manca a Catania per svegliarsi dal torpore culturale da cui è avvolta?

“La forza e l’anima. La forza è stata persa nell’avvilimento del quotidiano, sempre più greve e sempre più povero, moralmente ancor prima che economicamente. E poi l’anima: bisogna riscoprire cosa c’è dietro e cosa c’è dentro alle cose. E parlare con l’essenza delle persone ancor prima che con le persone stesse, affinchè le parole trovino un domicilio certo”.

Prossimi impegni letterari?

“Paradossalmente due miei editori hanno organizzato le loro uscite contemporaneamente e in questa prima metà di dicembre sono usciti addirittura due miei nuovi libri. Intanto devo e voglio pensare solo al Premio, che è un regalo alla città e quindi trascende dalle mie piccole cose. Poi dedicherò ai miei nuovi libri un po’ di attenzione, anche promozionale. La meritano anche loro, in fondo….”.

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