Sea Shepherd: “Ci battiamo per la tutela dei mari”


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Una delle navi di Sea Shepherd

Difendere i mari, gli oceani e la loro fauna, anche a costo della vita: è questa la missione di Sea Shepherd, l’organizzazione internazionale che dal 1977 interviene direttamente con azioni di disturbo e di denuncia per fermare i bracconieri. Tra le importantissime campagne portate avanti negli anni, ricordiamo quelle per bloccare il massacro delle foche in Canada, la strage dei delfini a Taiji in Giappone, la caccia commerciale alle balene nell’Oceano Antartico e la pesca illegale del tonno rosso nel Mediterraneo. Ma le battaglie intraprese da Sea Shepherd riguardano anche la nostra isola: proprio nel 2014, l’organizzazione no-profit è scesa in campo, o meglio in mare, a favore della tutela dell’Area Marina Protetta del Plemmirio, in provincia di Siracusa. Questa zona così incantevole e ricca di biodiversità, su cui è incentrato anche il documentario “Plemmirio: l’ultima costa” di Antonio Caia, è particolarmente cara alla siracusana Patrizia Maiorca che, insieme al padre, fa parte del Consiglio dei Saggi di Sea Shepherd.

La combattiva ed energica Patrizia Maiorca ha illustrato a Sicilia&Donna i passi che sono stati fatti finora in Italia, e principalmente in Sicilia, per la tutela del mare e della sua fauna.

Sea Shepherd, intervista a Patrizia Maiorca

Partiamo dalla prima campagna italiana dell’organizzazione Sea Shepherd. Da cosa nasce l’Operazione Siracusa e qual è il suo obiettivo principale?

Patrizia Maiorca di Sea Shepherd
Patrizia Maiorca di Sea Shepherd

“La campagna ha origine per caso da una bella storia di amicizia, quella tra me e Andrea Morello, responsabile Sea Shepherd Italia. Gli avevo raccontato del ripopolamento dell’Area Marina Protetta del Plemmirio e volevo presentargli un’amica: una cernia bruna conosciuta mentre praticavo snorkeling e che avevo battezzato col nome Poppea. Questa simpatica cernia era solita mettersi su uno scoglio per farsi ammirare e fotografare: una vera modella del mondo subacqueo. Purtroppo, però, un giorno non riuscimmo a trovarla e capimmo che molto probabilmente era stata vittima dei bracconieri. Così, Andrea ed io abbiamo deciso di mobilitarci per difendere gli animali marini indifesi di quella zona. Naturalmente siamo stati sostenuti dalla generosità e dallo spirito collaborativo dei  volontari di Sea Shepherd che, a loro spese, sono venuti a Siracusa per aiutarci a sradicare il bracconaggio.”

La campagna in Sicilia ha dato i frutti sperati?

“Sicuramente non si può parlare di una battaglia vinta ma è servita a risvegliare la coscienza dei cittadini  e l’attenzione verso un’area naturalistica suggestiva da valorizzare. A proposito del Plemmirio, il 2 giugno è prevista la manifestazione “Plemmirio: riserva per un giorno”, organizzata dal movimento cittadino S.O.S Siracusa (che collabora con associazioni tra cui Legambiente, Italia Nostra, Slowfood). L’evento mira a sollecitare l’istituzione della riserva terrestre che è ferma dal luglio 2015 e vuol fare provare ai siracusani la gioia e la fortuna di  avere una riserva naturale a dieci minuti di strada dalla città.  Per il 2 giugno sono previste numerose attività per tutti i gusti: escursioni, visite naturalistiche e archeologiche guidate, snorkeling, musica e caccia al tesoro per i bambini.“

Secondo lei, gli italiani mostrano rispetto verso il mare e la sua fauna?

Una delle navi di Sea Shepherd
Una delle navi di Sea Shepherd

“Ancora purtroppo si tende a pensare che l’ambiente marino sia un mondo a sé e che non abbia bisogno di tutela. Ci si indigna quando si assiste a maltrattamenti di cani, gatti o altri animali d’allevamento che abitano la terra ma quanti si preoccupano per i pesci che spesso vengono esposti agonizzanti sui banconi delle pescherie? Che i pesci siano muti non significa automaticamente che non provino sofferenze e sensazioni. Il mare si caratterizza per la sua ricchissima biodiversità, ma troppo spesso l’uomo è bravo a prendere con grande facilità ciò che il mare o l’oceano offrono, senza ricambiare o mostrare il minimo rispetto. Purtroppo il bracconaggio in mare viene ritenuto di minor entità rispetto a quello sulla terra: al massimo i bracconieri che prendono di mira le aree marine protette incorrono in una sanzione amministrativa e finisce lì.”

 A proposito di mari italiani, cosa ne pensa dell’esito del referendum sulle trivelle?

“Sono davvero molto delusa. Mi aspettavo per lo meno un’affluenza più consistente, soprattutto in Sicilia. Questa è una battaglia che abbiamo perso, ma sono ottimista e continuo a lottare per quello in cui credo, a prescindere dall’esito.”

Cosa bisognerebbe fare nella quotidianità per ridurre l’impatto ambientale e difendere la fauna marina?

“Sarebbe opportuno, anche se non facile, ritornare ad una pesca tradizionale ed ecocompatibile. Proprio i pescatori dovrebbero essere tra i primi custodi del mare e del suo ecosistema. Per quanto riguarda noi utenti, imparare a mangiare il pesce non più di due volte a settimana potrebbe essere già un passo in avanti. Con questo non voglio dire che occorre diventare vegani o vegetariani: basterebbe evitare di comprare pesci come il merluzzo, il tonno, il pesce spada e preferire pesce locale e di stagione per salvaguardare la fauna marina.”

Mi conferma che sulle navi di Sea Shepherd i volontari seguono un’alimentazione vegana?

“Confermo. Sulle navi i volontari mangiano rigorosamente vegano e anche a terra quando sono “in missione” osservano questo tipo di alimentazione. Ma non sono tutti vegani: come me, la maggior parte degli attivisti è vegetariana. “

Articolo di Rosita Cipolla

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