“Mi piace il mio lavoro e quando sono sul palco mi sento la donna più bella e fortunata del mondo”. Gioiosa, allegra, simpatica e divertente Serena Mazzone attrice emergente del teatro italiano cresciuta e formatasi alla scuola dello Stabile di Catania. “Sono una persona attiva, non sto mai ferma e adoro il mio lavoro”.
In questo momento è impegnata con “Vita da Strega” con Bianca Guaccero e Francesco Venditti diretto da Armando Pugliese; un lavoro liberamente ispirato alla celebre serie tv americana anni 70. Una commedia musicale che attira ogni sera tanto pubblico. Qual è il segreto di questo successo?
“È vero. Lo spettacolo sta andando benissimo; è una bella commedia musicale in cui tutti cantiamo e balliamo. Il gruppo è molto affiatato. I movimenti di scena sono stati creati in base alle nostre naturali attitudini fisiche. La storia s’ispira alla sit- com americana, ma non è una fotocopia del telefilm, prende risvolti simili, ma non uguali. Non c’è Samantha che agita il nasino, ma Chiara la strega, Bianca Guaccero, e Angelo Santi, Francesco Venditti, un pubblicitario particolarmente attratto dai profitti; attorno ai due protagonisti girano gli altri personaggi con importanti storie. La vera magia in questo caso è l’amore; infatti Chiara senza trucchi magici scioglie il cinico cuore di Angelo. La gente si diverte molto a vedere questo amore strampalato arricchito da tanta buona musica, partecipa calorosamente ed ogni sera registriamo il tutto esaurito. L’adattamento teatrale di Andrea Taddei e la regia di Armando Pugliese sono una sicurezza per tutto il cast”.
Serena Mazzone in “Vita da Strega” interpreta ben due personaggi. Parliamo di questi due ruoli e delle loro caratteristiche molto particolari e a volte strane?
“Cantare e ballare al Sistina è una grande emozione, ed un grande successo personale. Nello spettacolo interpreto due personaggi: “La signorina Mazzetta” e “La Signora Spendi Spendi”. Due ruoli molto particolari e molto diversi allo stesso tempo che mi divertono molto.
“La Signorina Mazzetta”, la segretaria dell’agenzia pubblicitaria Abracadabra in cui lavora Angelo Santi, è una donna molto attenta alle apparenze, al trucco, una giovane ragazza che si annoia e vive seguendo alcuni particolari schemi mentali. Un personaggio allegro e solare. È una donna moderna con mille difetti e tantissime manie, caratteristiche che attirano molto gli spettatori. Mentre “La Signora Spendi Spendi” è una ricca cliente dell’agenzia, cinica, arrivista e calcolatrice, che seduce con il suo potere economico il protagonista maschile Francesco Venditti. Quando arriva in agenzia tutti tremano, perché non le piace mai nulla e fa impazzire tutti; è una donna antipatica e perfettina, con la puzza sotto il naso che ostenta il suo potere e la sua ricchezza. Un personaggio che amo meno rispetto al precedente, ma molto divertente da interpretare; in entrambi i casi sono ruoli briosi”.
In ogni ruolo piacevole o meno l’attore trasmette parte del suo essere. Cosa c’è di Serena Mazzone in questi due personaggi?
“C’è tanto. “La signorina Mazzetta”, è un’imbranata e pasticciona come me; tutti nella vita siamo un po’ impacciati chi più chi meno. È un personaggio molto vicino al pubblico. Ad esempio la mia scrivania è disordinata come la sua e come lei io non so camminare con i tacchi a spillo; infatti ho lavorato molto sulla camminata che non è mai perfetta come la mia sui tacchi molto alti. Alla “Signora Spendi Spendi” ho dato poco di mio, ma ho cercato di ostentare molto i lati negativi del personaggio senza esagerare troppo e senza renderlo esageratamente antipatico”.
Ricorda il provino di “Vita da Strega” al Sistina?
“Ero emozionatissima e felice. Ho preso lezioni di canto, so cantare, ma non sono una cantante professionista. Conoscevo i miei limiti. Ho cantato un brano di Tom Waits, ma poi mi chiesero un brano italiano. Non avevo nulla di musica italiana, non sapevo cosa scegliere; feci su richiesta della commissione esaminatrice “Il Cielo in una Stanza” di Paoli. Mi ascoltarono in silenzio assoluto e dopo l’esibizione non parlò nessuno. Un momento difficile da spiegare, per rompere il ghiaccio inconsciamente dissi: “Dai l’ho cantata meglio di Gino Paoli”. Tutti sbuffarono a ridere e così iniziò la mia avventura in questa commedia musicale”.
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