Seminare il dubbio. E’ questo l’obiettivo della satira secondo Sergio Staino, vignettista fiorentino dalla cui penna nasce Bobo, nasone e barbuto fumetto dal risvolto autobiografico.
A Catania – in collaborazione con Officina GammaZ , che ospita la mostra nei propri locali – per presentare “Sacrosante Risate”, mostra di vignette satiriche a tema religioso promosso da UAAR, Unione Atei e Agnostici Razionalisti.
La mostra, inaugurata oggi da Sergio Staino insieme a Filippo Giurbino, del circolo UAAR di Catania, proseguirà fino a domenica 29 novembre.
In esposizione 39 tavole satiriche, realizzate dai maggiori disegnatori italiani: oltre allo stesso Sergio Staino anche Altan, Bandanax, Massimo Bucchi, Stefano Disegni, Ellakappa, Giorgio Franzaroli, Roberto Mangosi, Danilo Maramotti, Alberto Montt e Vauro.
L’intervista a Sergio Staino
Ma che clima vive la satira dopo l’attentato a Charlie Hebdo e gli avvenimenti di Parigi?
“Non può e non deve cambiare nulla” ci risponde. “La satira non può avere limiti: è come se si cercasse di porre dei limiti alla letteratura. La vignetta però deve servire a crescere, deve avere un ragionamento dietro, non può essere un’offesa gratuita. Questo può essere l’unico limite”.
“Il motivo per cui chi fa satira è antipatico al potere – continua Sergio Staino – è perché la presa in giro pone la satira intellettualmente un gradino più su rispetto al potente e l’essere inferiore ad una matita e ad una battuta li fa imbestialire”.
Disegno e satira per Sergio Staino sono un binomio indissolubile?
“La Toscana è la culla della satira e dell’anticlericalismo italiano e io sono cresciuto tra mia nonna, cattolicissima e mio nonno, anarchico e anticlericale. Io sono anticlericale soprattutto quando si fanno gli interessi privati nelle cose di chiesa”. Sono i dogmi i nemici per eccellenza della satira: “Il mondo progredisce non con le certezze, ma quando ci si mette in discussione ” afferma nel corso dell’inaugurazione. “Il nostro lavoro – continua – è quello di seminare dubbi dove tutti pongono certezze: è per questo che le religioni ci vedono come nemici”.
Ma che periodo vive la satira in Italia?
“La satira vive situazioni terribili ma non muore mai: sono cambiati gli argomenti, colpisce un po’ meno la politica. Viaggia tantissimo in rete, ci sono giovani che fanno davvero un ottimo lavoro.
“In questa mostra ci sono tanti autori italiani che hanno dato disponibilità all’Uaar per creare questa raccolta che sta girando l’Italia. Tanti autori, ognuno col suo stile, in una mostra che è un Osanna al dubbio” conclude.
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