“È un rischio, ma ne vale la pena”: con queste parole ha chiuso la nostra intervista Simone Dei Pieri, il giovanissimo (29 anni) direttore del Catania Book Festival, la fiera del libro che, quest’anno, ha avuto luogo al centro fieristico Le Ciminiere.
La terza edizione del festival, tenutasi dal 6 all’8 Maggio 2022, ha visto diverse personalità importanti del mondo dell’editoria, della letteratura, ma anche del cinema, della musica, dell’informazione e persino di YouTube, con lo scopo di presentare il loro ultimo libro.
Tra i tanti ospiti ne ricordiamo alcuni che non hanno bisogno di una presentazione: Francesca Michielin, Paolo Calabresi, Peter Gomez, Rick DuFer e tanti altri che hanno parlato dei propri lavori e delle proprie idee ispirando le platee del Catania Book Festival.
Quest’anno quelle platee erano variegate e variopinte, un mix armonioso di giovani e meno giovani uniti da una passione e un’ambizione: quella per lettura e quella per il progresso. Al CBF di quest’anno, infatti, si è parlato molto di social network, di meme, di inclusività, e Dei Pieri e Daniele Ingarao sono riusciti a coniugare questi temi che sanno di futuro con il libro, il veicolo culturale più antico al mondo.
Simone Dei Pieri. L’intervista
Ma chi è Simone Dei Pieri? Gliel’abbiamo chiesto in questa breve intervista.
Sono catanese, ho studiato Giurisprudenza e con un altro socio abbiamo fondato un agenzia di consulenza in cui ci occupiamo di comunicazione politica. A cavallo tra il 2019 e il 2020 abbiamo deciso di unire le nostre forze per fondare questa nuova realtà che è il Catania Book Festival: una manifestazione segnata immediatamente dalla sfortuna per via delle restrizioni dovute dalla pandemia. Oggi però, giunti alla terza edizione, abbiamo avuto un boom di partecipanti: rispetto alle prime due, in cui abbiamo staccato centinaia di biglietti, quest’anno ne abbiamo staccato migliaia.
Perché avete scelto Catania come città in cui svolgere il festival?
Banalmente perché sono di Catania, ma anche perché è stato il centro del mediterraneo per secoli, ed è un peccato che abbia perso la propria importanza. Umilmente, con il Catania Book Festival speriamo di riportare alla città la centralità che gli spetta.
Il mondo dell’editoria è un mondo in via di estinzione, gli italiani comprano e leggono sempre meno libri. Non è un rischio portare avanti una fiera del libro in questo momento storico?
Sì, i rischi ci sono, ci saranno e ci sono stati anche le scorse edizioni, ma dati i biglietti venduti, gli incontri interessantissimi, ne valgono la pena. Sì, è un rischio, ma ne vale la pena.
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