Nasce a Catania una nuova compagnia teatrale, The Banned Theatre, la cui missione è rappresentare testi molto rari di autori banditi o allontanati dalla propria nazione, tradotti in altre lingue. Diretti dal regista Valerio Tambone, gli attori: Francesco Bernava, Nunzio Bonadonna, Giuseppe Brancato, Micaela De Grandi, Alice Ferlito, Valentina Ferrante, Emiliano Longo e Marco Spitaleri debutteranno il 30 giugno al Roma Fringe Festival 2014 con “Dostoevskij Carnaval” tratto da “Dostoevskij trip” di Vladimir Sorokin autore censurato da Putin. Subito dopo aver assistito ad una prova approfondiamo la creazione e lo sviluppo di quest’innovativo progetto teatrale nato tra Catania e Taranto.
Dostoevskij Carnaval è un testo difficile e di non facile comprensione da parte del grande pubblico. Come nasce l’idea di creare una messa in scena così particolare e d’avanguardia?
“Tutto risale a quindici anni fa – spiega il regista tarantino Valerio Tambone – quando al Teatrodue di Parma arrivarono in Italia tanti nuovi talentuosi drammaturghi russi tra cui Vladimir Sorokin. All’epoca ho preso parte alla drammatizzazione ed impersonavo il principe Myskin. Nel dramma si sente fortemente l’influenza storico – politica in cui è stato scritto. Siamo durante la presidenza di Boris Eltsin in cui molti politici ebbero successo solo grazie al potere economico. È facile constatare nel plot narrativo una crisi d’identità planetaria dove l’uomo risolve la sua vita creando l’idolo di se stesso. Ho cercato di attualizzare la storia riferendomi ai tristi avvenimenti di Russia ed Ucraina”.
La Compagnia “The Banned Theatre” è composta da giovani e talentuosi attori siciliani. Questo è il vostro primo lavoro che debutterà al Fringe Festival di Roma. Siete stati chiamati anche da Gianpiero Borgia a partecipare ad un altro festival internazionale a Barletta. Come si è formata questo nuovo gruppo teatrale?
“È nato su facebook – racconta Valentina Ferrante – Tutto prende vita da una locandina postata da Valerio che annunciava un nuovo workshop teatrale, “sette calci in culo”, tratto dai sette monologhi di denuncia della nostra società scritti da Sorokin. Location del laboratorio, però, era Taranto. Commento il link ed affermo: “peccato che si svolga a Taranto”. Valerio mi risponde dicendo: “Se vuoi spostiamo tutto a Catania. Organizziamoci da te”. In un mese con Alice Ferlito abbiamo fatto in modo che questo progetto prendesse vita”.
Come avete risolto i problemi tecnici come lo spazio per le prove, gli attori o aspiranti tali da far partecipare?
“Accolgo immediatamente la proposta di Valentina – aggiunge Alice Ferlito – conosco Valerio ed iniziamo a provare, studiare in una piccola chiesetta sconsacrata a Cibali. C’è stata molta partecipazione di corsisti e abbiamo lavorato con grande impegno e dedizione. Dopo il laboratorio abbiamo deciso di realizzare lo spettacolo. Ci sono state alcune selezioni ed è nata la Banned Theatre”.
È stato difficile selezionare gli attori per lo spettacolo? Qual è stato il criterio usato?
“Gli attori siciliani sono davvero bravi – riprende la parola Valerio Tambone – hanno qualcosa in più rispetto al resto dell’Italia. Ho cercato gli italiani e la città più arrabbiata. Catania insieme ai suoi abitanti era l’ideale per rendere più vero lo spettacolo. Mi piacciono gli attori preparati con i quali posso lavorare, confrontarmi e stimolarli energicamente e fisicamente”.
Come potremmo descrivere il vostro modo di fare teatro?
“Cerco sempre – continua il regista – storie che non piacciono a nessuno. Racconto la merda umana, la parte miserabile dell’uomo. Tutto questo è un pretesto per raccontare quel vuoto cosmico che scatena la guerra all’interno dell’essere umano”.
Il vostro è uno spettacolo dal respiro internazionale, che non sarà capito da tutti. Non vi spaventa il parere della critica nostrana che ha in parte snobbato il vostro modo di fare teatro?
“Non a caso la nostra compagnia si chiama Banned Theatre ovvero Teatro Censurato. Cerchiamo testi rarissimi. Dostoevskij Carnaval è stato rappresentato solo in Francia, Germania, Russia ed Italia. Per il nostro Paese si tratta di una Prima internazionale. Lo spettacolo è interamente autoprodotto”.
Per partecipare al Fringe Festival avete dovuto ridurre lo spettacolo a cinquanta minuti.
“Avvicinarsi a questo palco significa gareggiare con artisti francesi, svedesi, inglesi … sarà uno scambio importante ed abbiamo iniziato anche una distribuzione internazionale, perché la morale del testo è universale e alla fine conquisterà tutti senza limiti di confine. Non siamo degli arrivisti non ci piacciono le logiche che gestiscono il mondo teatrale in questo momento. A Catania saremo il 14 settembre al Cortile Platamone”.
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