“Tre le opzioni possibili: 275 chilometri in 100 ore, 195 in 75 ore e 130 in 50 ore”. Luisa Balsamo non ha mai avuto dubbi sulla scelta del primo percorso e il 27 gennaio partirà per l’ennesima sfida in Oman.
Mentre sciorina i dati tecnici della gara si pensa a dove trovi la forza questa donna di 49 anni appena compiuti che sembra uno scricchiolo delicato. Bionda, occhi azzurri, di siciliano non ha nulla se non la determinazione e la forza che da anni la rendono protagonista indiscussa di gare nei deserti, maratone, circuiti più o meno lunghi e faticosi. Eppure è di Palermo è mamma di due figli, suoi primi tifosi, ed è semplicemente atleta.
“Sono nata per correre dice – anche se per una donna all’inizio non è mai stato facile farlo liberamente. Bisognava superare gli schemi arcaici dell’ “uomo siculo” . Sembrava quasi un disonore poter correre senza essere infastidite dal suono di un fischio o dalle voci di insulto di qualche “vecchietto” seduto per strada. Poter dar sfogo alla propria volontà, nel gesto più antico e più naturale che la vita ci ha donato, non è stato mai tanto facile. Dovevo cercare di scegliere orari piuttosto frequentati dai runners per poter allenarmi serenamente, altrimenti ogni seduta di corsa era un patema d’animo, una gara a chi arrivava prima tra me e la mia ombra. Oggi sicuramente le cose sono migliorate, in giro ci sono sempre più donne in cerca della forma fisica o del benessere mentale e questo sicuramente è già un passo avanti rispetto a qualche anno fa . Non nascondo che il mio sogno è proprio quello di trascinarne sempre al mondo della corsa e in questo ho dei grandi progetti insieme a Julia Jones”.
– Cosa rappresenta per lei la corsa?
“Per certi versi tutto. Ascolto il mio cuore. E’ lui che mi conduce, è lui che mi avvisa e mi suggerisce di aumentare o diminuire. Io corro, ma tutto il resto lo fa il mio cuore. Correre per me è sempre stata una sfida. Non sempre sono riuscita ad identificare contro chi, ma la sensazione della sfida è sempre quella che mi accompagna ad ogni gara”.
– In gara con gli uomini…
“Spesso mi è capitato di aiutarli ma non sono per nulla intimorita dal doverlo fare o dalla loro presenza”.
– Perché le gare nel deserto?
“E’ l’appagamento di tutti gli sforzi e i sacrifici che si fanno preparando una gara del genere. Descrivere come mai e perché il deserto lascia un segno indelebile dentro ognuno di noi non è facile Il deserto mi porta sempre dove voglio. In Oman si attraverseranno tre tipologie di terreni e paesaggi: 80 km di montagna 65 km tra canyon e pianure 130 km di deserto, dune e sabbia”.
Una sfida. L’ennesima.
Scrivi un Commento