Valentina Ferrante: “Gli attori sono portatori di civiltà”


“Fare l’attrice, lavorare in teatro è stata, per me, una conseguenza naturale della mia condizione umana”. Entusiasta, solare e innamorata del proprio lavoro, Valentina Ferrante racconta i suoi prossimi impegni, ci parla dei suoi sogni di bambina diventati realtà senza dimenticare la problematica condizione che gli attori affrontano ogni giorno. “Mi definisco amante della vita, amo ed apprezzo anche le cose più piccole che essa ci dà dal buon cibo al simpatico musetto di un gattino”.

Il mese di novembre segna l’inizio dell’VIII edizione Palchi Diversi; la Compagnia Godot, con la quale collabora assiduamente da parecchi anni, sarà presente il 16 novembre con “La Favola del Figlio Cambiato” tratto dal capolavoro di Luigi Pirandello, “I Giganti della Montagna”. Un testo impegnativo, quasi profetico, molto attuale. Ogni debutto, ogni spettacolo è sempre fonte di grande carica emotiva. Come ci si prepara ad affrontare la grande platea?

“Mi preparo con grande semplicità, perché adoro il mio mestiere. Mi piace stare sul palco. Interpretare ruoli diversi, fare teatro è paragonabile, per me, al “Piacere del Gioco”. Sin da quando avevo cinque anni mi divertivo a travestirmi, interpretavo ruoli diversi, inventavo coreografie, sapevo e sentivo che questa era la mia strada. Recitare, senza dubbio,  accende la mia anima di eterna bambina e sono felice di questo. La carica immediata che dà il pubblico ogni sera è irrinunciabile. Chi ha voglia di emozioni forti non può non amare e comprendere la grande sensazione, pura adrenalina, che la forza attrattiva del teatro trasmette in modo diretto ed immediato”.

Si è formata allo Stabile di Catania sotto la guida di Romano Bernardi, ha lavorato con grandi del Teatro e del Cinema, fa parte della nuova classe di attori professionisti. Tanti i successi raggiunti sino ad oggi, ma c’è qualcosa che le piacerebbe fare che ancora non ha fatto?

“Mi sento proiettata verso il brillante, anche se non disdegno il drammatico, però il brillante, per me, è una specie di missione. Se dovessi scegliere tra Cinema e Teatro, senza alcuna esitazione, sceglierei il Teatro. Mi piacerebbe tantissimo lavorare come doppiatrice di Cartoni animati. Questa è una cosa che ho fatto solo in parte e sarei felice di approfondire questo tipo di recitazione. Mi divertirei un mondo e godrei come una matta, è una realtà che mi attira tantissimo. (ride) ”.

Non solo attrice, ma anche autrice di testi teatrali come Cappuccetto Rock o Toy’s Story. Cosa si prova in questo caso ad essere dall’altra parte della barricata?

“ Scrivere è bellissimo. Mi piace. Cappuccetto Rock è un progetto nato da un’idea di un mio amico regista che io ho sviluppato e creato. Quando si scrive si entra in un’altra dimensione. È un’esperienza che ho scoperto da poco, la quale sta creando in me un forte senso di dipendenza. Adoro scrivere; sono pronipote di Ercole Patti e, forse, le radici di questa mia passione si possono facilmente ricollegare a questo legame importantissimo per la mia crescita”.

È stata protagonista, fra i tanti, de “La Piovra 10”, “L’Onore e il Rispetto Parte II”, “Ginostra”, “La Vita Cambiata” … tutti film a sfondo mafioso. Da siciliana e da attrice come giudica questa negativa esposizione mediatica della Sicilia? 

“Queste produzioni danno tanto lavoro ed è inutile negarlo, ma non è edificante essere riconosciuti, ricordati ed etichettati come mafiosi. La mafia è la cosa più tristemente famosa della nostra terra; da sempre si specula sul negativo, perché è quello di cui ha fame il pubblico e purtroppo vincono le leggi di mercato senza considerare il bello della sicilianità. La televisione o il Cinema, oggi, ci propinano per la maggior parte argomenti facili o, addirittura, stupidi, perché la cultura fa paura e si rimpastano sempre le stesse cose”.

Da pochi giorni è stato eletto il nuovo governatore della Sicilia, il precedente governo siciliano ha dimezzato i fondi per la cultura e lo spettacolo. Cosa si aspetta, in quanto professionista penalizzata, da questa nuova classe politica? Cosa si può fare, secondo lei, per ridare voce al teatro?

“Mi aspetto i fondi, mi aspetto più controllo e più spazio agli attori. Non si può lavorare in questo modo. È una situazione insostenibile. Vorrei che non chiudesse lo Stabile, mi piacerebbe che finalmente si apprezzasse il valore etico e culturale che gli attori hanno con la loro espressione artistica. In questo momento si stanno riproponendo, quasi sempre, le stesse cose, perché i teatri non hanno più la forza economica di andare avanti e non è giusto. La nostra società si può migliorare solo attraverso la forza della cultura”.

Il lavoro dell’attore non è mai stato considerato come una vera professione. Come si diventa attori professionisti in una così difficile situazione sociale?

“Io non potevo fare altro che questa professione, che considero una missione. Tutto è nato in modo naturale. Quando la passione è troppa è giusto assecondare le proprie emozioni e le proprie sensazioni”.

Siamo invasi da reality e programmi a basso titolo culturale. La TV illude tanti ragazzi che vogliono fare gli attori o entrare a far parte del mondo dello spettacolo. Un consiglio, da chi come lei ce l’ha fatta, a tutti coloro che possiedono il sacro fuoco?

“Sicuramente iniziare con una buona scuola, senza essere troppo stereotipati o legati ad essa, perché si rischia di essere finti. Molte accademie tendono a creare gli attori tutti uguali; mancano i caratteri nel teatro e l’unicità dei personaggi viene a cessare. È importante affermare la propria unicità, perché grazie alla propria essenza si può andare avanti e dimostrare ciò che si è, senza modellarsi alla massa e diventare personaggi anonimi. Essere se stessi è fondamentale”.

Prossimi impegni lavorativi?

“Tantissimi. A dicembre sarò Mowgli nel “Libro della Giungla”, uno spettacolo divertentissimo, nato dalla trasposizione teatrale della fiaba, scritto da Giovanna Criscuolo. A marzo sarò al Brancati con “Fumo negli Occhi”; reciterò al Teatro del Canovaccio con “Il Carnevale degli insetti” di Stefano Benni. Continuerò con l’attività di speakeraggio, ed inoltre ci sono tantissimi altri progetti pronti a decollare”.

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