È Portopalo di Capo Passero, questo estremo lembo della Sicilia, terra calda e fertile, crocevia di popoli, tradizioni e culture diverse, ad aver fatto da cornice all’evento conclusivo di “Sapori”, (Sviluppare nell‘Agroalimentare Processi ORientati all’Innovazione) l’ultimo piano formativo della società Civita, finanziato da Fondimpresa, rivolto a 65 aziende di 5 regioni italiane, Sicilia, Puglia, Molise, Lazio e Piemonte. Il piano, che con Civita vede anche i partner Poliedra, Saip, Fondazione Metes e Cosmo Servizi ha messo insieme le “eccellenze” nazionali di uno dei comparti più diffusi e conosciuti al mondo, “l’Agroalimentare italiano”, con prodotti competitivi e garantiti in termini di sicurezza, gusto e qualità, che rispondono alle esigenze del mercato in continua evoluzione, sperimentando con successo, nel rispetto della tradizione, le tecnologie più avanzate.
Un piano che ha potuto contare anche su “docenti” d’eccezione: da Salvatore Cappello, maestro pasticciere dell’antica azienda palermitana, una storia personale fatta di studio, concorsi e riconoscimenti, la sua, ma anche di grande ricerca e innovazione; la stella Michelin, Accursio Capraro, “il cuoco delle due Sicilie”, per il quale cucinare in Sicilia è prima di tutto un atto d’amore per l’ospite, quanto di più sacro ci sia in questa terra e ancora Tommaso Cannata, il maestro del pane e dei lievitati.
“Il nostro obiettivo è contribuire alla crescita della competitività delle aziende e dei territori attraverso il potenziamento e il rinnovamento delle competenze umane”, così, ha esordito Nanda D’Amore, responsabile Civita nel corso dell’incontro che si è svolto ieri, durante il quale ha illustrato i numeri di una formazione capace di creare valore. Sono intervenuti anche Antonella Rizza, Civita, Ivana Pelloso, Poliedra Piemonte, Stefano Bianchi, Flai Cgil nazionale, Giusto Occhipinti, azienda COS, Alessandro Drago, azienda Drago conserve.
Un’occasione, anche, per raccontare attraverso la proiezione di un video e una tavola rotonda le storie di eccellenza di imprese diventate grandi, grazie alla capacità di sapere sfruttare le potenzialità del territorio, di sviluppare i punti di forza, con diversi esempi di business da un lato, una tradizione familiare (come Campisi e Adelfio a Marzamemi, Drago e Siracusa o i Corsino a Palazzolo Acreide, che di padri in figli si sono scambiati il testimone in un “passaggio generazionale non sempre facile” , ha commentato il giovane manager Alessandro Drago, che rappresenta la quarta generazione che guarda ai mercati esteri, avendo già conquistato gli scaffali della grande distribuzione; dall’altro, l’impegno di chi ha saputo credere a un sogno, affrontando le difficoltà con passione, come l’azienda COS a Vittoria – l’architetto Giusto Occhipinti era un giovane studente quando con due colleghi di corso gli bastò passare un’estate in vigna “in attesa dell’apertura dell’università, per capire di avere trovato la sua strada” – e chi, puntando nella cooperazione, ha unito le forze di piccoli produttori di zona e accettato la sfida dei mercati internazionali (come la cooperativa Faro) e chi con la cooperazione sociale, come L’arcolaio di Siracusa, ha creato lavoro e reddito per i soggetti svantaggiati, trasformando il disagio in opportunità, risorsa, riscatto e futuro.
Sono state 2255 le ore di formazione erogate complessivamente;63 tipologie di azioni formative, 89 edizioni formative, 3 aree tematiche: Qualificazione dei processi produttivi e dei prodotti (1142 ore di formazione erogate, pari al 50,64%); Digitalizzazione dei processi aziendali, 497 ore di formazione erogate, pari al 22,04%; Internazionalizzazione, 616 ore di formazione erogate pari al 27,32%.
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