Grazie al costante lavoro di sostegno e cura che quotidianamente rivolgono ai loro assistiti, lo studio psico-pedagogico Parentage ha deciso di È importante dare vita a queste esperienze sul campo – dicono le dottoresse Valentina Genitori D’Arrigo, Luana Ferlito e Priscilla Mertoli dello studio Parentage – perché diamo loro la possibilità di acquisire una certa autonomia e al contempo di svolgere funzioni utilipromuovere una serie di stage per l’inserimento lavorativo rivolti a ragazzi con disabilità. Il team che fa parte dello studio ha, infatti, dato vita alla stesura di questo progetto seguendone costantemente la supervisione.
Il primo gruppo di tre ragazzi – con patologie del neurosviluppo, in particolar modo deficit cognitivi e disturbi dello spettro autistico – ha cominciato questa esperienza presso la trattoria Taverna dei Conti di Catania (via G. Oberdan): questi tre giovani si occuperanno di varie mansioni, sia in cucina che in sala, e soprattutto accoglieranno i clienti in modo da sviluppare il rapporto con la gente. A seguirli sul campo sarà la dottoressa Federica Conti, collaboratrice dello studio Parentage.
“È importante dare vita a queste esperienze sul campo – dicono le dottoresse Valentina Genitori D’Arrigo, Luana Ferlito e Priscilla Mertoli dello studio Parentage – perché diamo loro la possibilità di acquisire una certa autonomia e al contempo di svolgere funzioni utili. Ringraziamo per questo anche il titolare della trattoria che ha subito accolto la nostra proposta e da oggi da a questi ragazzi questa possibilità che è innanzitutto una iniezione di fiducia. Nelle attività del nostro studio, quella della autonomia è tra le più importanti perché dobbiamo fare di tutto affinché questi ragazzi imparino a svolgere mansioni di vita quotidiana e in questo caso anche lavorative. Inoltre due di questi ragazzi verranno coinvolti anche negli stage che faremo a Modica presso la “Casa di Toti“, l’albergo etico che da qui a qualche mese sorgerà nel territorio ibleo è che permetterà a tanti giovani con disabilità di crearsi un’occasione lavorativa”, concludono le tre dottoresse.
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