In quest’ultimo periodo in Italia stiamo assistendo ad una rinascita dell’imprenditoria, grazie anche ai nuovi incentivi e agevolazioni fiscali che stanno spingendo gli imprenditori a lanciarsi in nuovi progetti.
Poiché nel nostro paese la tradizione gastronomica è sempre stata molto forte, diversi imprenditori ritengono che aprire un bar rappresenti un investimento sicuro.
Un’attività del genere, come tutte le altre, presenta delle opportunità ma anche dei rischi.
Oggi in tutte le città italiane ci sono tantissimi bar, tuttavia c’è la possibilità di emergere e di differenziarsi dalla concorrenza, purché si adottino idee fresche e innovative e si segua un determinato percorso.
Aprire un bar. La prima regola
La prima regola di base per chi vuole aprire un bar è individuare una posizione strategica, che va scelta anche in base al tipo di servizio che si intende offrire.
Non necessariamente il locale deve nascere nel centro città o in una strada di passaggio, poiché la concorrenza è alta e i costi tendono a lievitare.
Anzi, molti imprenditori scelgono strategicamente zone periferiche o paesi dove ci sono pochi bar e la concorrenza è minore.
Molto dipende anche dal tipo di servizio offerto. Un bar caffetteria offre un caffè da prendere rapidamente al banco, e in questo caso non c’è bisogno di molto personale.
Poi ci sono i bar che consentono agli avventori di fare colazione comodamente seduti al bancone, dotati di una sala gelateria e addirittura di una sala pranzo. In questi casi è necessario dotarsi di maggiore personale per servire i clienti, ma i costi salgono.
Sono tutti aspetti che gli imprenditori devono considerare e per farlo serve un business plan, il punto di partenza per ogni attività.
Aprire un bar. Il business plan
Un business plan serve per l’appunto per avere una panoramica generale sui costi e sulle entrate, così da indirizzare in modo oculato e intelligente i propri investimenti.
Il business plan serve inoltre per capire entro quanto tempo è possibile rientrare dell’investimento fatto e iniziare a guadagnare, per poi modificare e studiare le nuove strategie di marketing da mettere in atto di volta in volta.
Naturalmente il piano serve anche per capire se è possibile sostenere la spesa iniziale, o se è necessario richiedere finanziamenti esterni.
Bisogna poi suddividere i costi in fissi e variabili. I costi fissi sono quelli da sostenere sempre e comunque e che non subiscono variazioni significative, mentre i costi variabili sono quelli da sostenere una tantum e che non sempre sono prevedibili.
Infine c’è da valutare l’iter burocratico, che prevede un percorso piuttosto complesso soprattutto perché vengono commercializzati prodotti alimentari che richiedono un’attenzione maggiore in termini di igiene e di controlli.
Per ulteriori approfondimenti sull’iter burocratico e sui costi è consigliabile leggere il contenuto che spiega come aprire un bar, dove è possibile reperire tutte le informazioni necessarie.
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