Sono ottantatré le aziende coinvolte nell’ultimo piano formativo della società Civita di Catania che ha messo insieme tante realtà imprenditoriali dei due angoli della Sicilia, il nord-ovest e il sud-est della dell’isola, con le sue province di Trapani e Ragusa, caratterizzate dalla forte presenza delle filiere del vitivinicolo da un lato e dell’orticolo dall’altro, tipiche anche per l’estrazione e la lavorazione dei materiali lapidei, la pesca e il settore lattiero-caseario.
“Imprese di cui abbiamo voluto raccontare l’eccellenza raggiunta attraverso le loro storie di famiglia e di evoluzione nel tempo e nel territorio – ha esordito la responsabile Civita Nanda D’amore – simbolo di una Sicilia che non si arrende alla crisi ed è sempre più competitiva”.
E’ nato così il piano formativo “l’economia dei due angoli”, interamente finanziato da Fondimpresa, il più importante fondo interprofessionale di Confindustria Cgil, Cisl e Uil, si è ispirato alla ricerca della fondazione Res “e ci ha appassionato sin dall’inizio”, ha detto Nanda D’Amore.
La ricerca ha focalizzato l’attenzione sulle due aree che hanno ereditato dalla storia e capitalizzato nel tempo, un saper fare che ha pochi eguali, a cui però si è aggiunta un’importante capacità di “innovazione”.
A tre aziende, in particolare, Colle d’oro e Fonte verde di Ispica (settore orticolo), Pan dittaino di Enna (settore cerealicolo) e Nino Castiglione di Trapani (settore pesca), sono dedicate le monografie, realizzate da tre ricercatrici catanesi del Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Catania.
“Pionieri della qualità, la ‘scommessa verde’ dei fratelli Calabrese” di Alessia Facineroso, “La modernità del pane che “c’era una volta” di Chiara Maria Pulvirenti, “Imprenditori tra terra e mare – La famiglia Castiglione e le tonnare di Trapani” di Concetta Sirena.
“Tre imprese che rappresentano l’eccellenza nel panorama dell’economia siciliana – ha detto il professore Giuseppe Barone, direttore Dipartimento Scienze politiche– tre storie che raccontano le vicende di tre generazioni di imprenditori che partendo dal territorio e dalla piccola impresa hanno costruito nel tempo realtà leader che hanno saputo coniugare tradizione e modernità, un esempio da imitare”.
“Abbiamo la possibilità di far leva sulla tradizione millenaria che caratterizza l’economia siciliana e portarla nei mercati nuovi ed emergenti, disponibili a pagare un prodotto di qualità, sano e differenziato – ha detto Biagio Pecorino, ordinario di Economia Agroalimentare, Di3A – per fare questo le aziende hanno bisogno di capitale umano e di attività di formazione che migliori l’esperienza del personale e che consenta di essere preparati e proiettarsi di ai nuovi mercati” Al convegno presente la professoressa Michela Cavallaro, direttore Dipartimento di Economia e Impresa.
Durante l’iniziativa, a cui erano presenti per le imprese Pietro e Loredana Calabrese di Colle d’Oro, Carmelo Calabrese di Fonte Verde, Nino Grippaldi di Valle del Dittaino e Nino Castiglione per la Nino Castiglione srl è stato proiettato un video, realizzato dal giovane regista Ivano Fachin.
“Sono aziende che rappresentano quanto di meglio si è sviluppato negli anni in questa parte di Sicilia” – ha commentato Antonella Rizza di Civita srl – che hanno accolto con grande diponibilità il fare formazione soprattutto in settori innovativi, come la comunicazione, il lavorare in gruppo, migliorare le competenze linguistiche, e noi abbiamo riscontrato una voglia e una necessità di migliorare formare al meglio i propri dipendenti”.
I lavoratori coinvolti nel piano sono stati 920 (723 uomini e 197 donne) con un forte percentuale (655) di under 45 di età. L’obiettivo del piano è quello di accrescere la competitività delle imprese, aumentando le competenze per poter affrontare con successo la sfida della globalizzazione, rafforzando i punti di forza di cui le aziende dispongono.
Il piano “Economia dei due angoli” segue a “Prometeo”, dedicato a 74 aziende del comprensorio Taormina- Etna del settore prevalentemente turistico-alberghiero e a “Baroque”, che ha raccontato la storia di 102 aziende della filiera agro-alimentare seguendo la linea ideale del barocco nelle tre province Catania, Siracusa e Ragusa.
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