Nel cuore delle Egadi, immersi tra la calcarenite e il mare, sorge il Cave Bianche Hotel che ospita fino al 27 giugno “Dal mare e per il mare”, mostra dedicata al gioiello contemporaneo, a cura di Silvia Tardy, titolare della galleria Internocortile di Torino. Ben otto artisti, di fama internazionale, hanno realizzato pezzi unici ispirandosi al mondo marino e alla bellezza di Favignana.
Intervista a Silvia Tardy
Silvia Tardy, dove è nata l’idea di realizzare una mostra che traesse ispirazione dal mondo marino?
Per realizzare la mostra, ho deciso di mettere insieme due fattori: il primo è la mia passione in generale per il mare e per Favignana in particolare, isola scoperta negli ultimi anni grazie ad una vacanza in barca a vela. Il mio primo approccio, infatti, è stato arrivare all’isola proprio attraverso il mare. Il secondo fattore, invece, è il mio lavoro: la ricerca di creatività contemporanea che mi ha portata ad invitare gli artisti a lavorare su questo tema.
In che modo, gli artisti, hanno deciso di partecipare?
Volevo un progetto che nascesse pensando esclusivamente a Favignana e a questo posto che è il Cave Bianche Hotel. Ho selezionato e successivamente invitato gli artisti conoscendo già la tipologia del loro lavoro, come per esempio la lavorazione di materiali ben precisi che si rifacevano al mondo marino. Una volta illustrato il progetto, tutti hanno aderito subito.
Perché è stato scelto il Cave Bianche Hotel di Favignana per ospitare la mostra?
Ho scoperto Favignana per caso cinque anni fa, quando siamo rimasti bloccati durante due giorni di maestrale. Poi ci sono tornata due volte con i miei figli e l’ultima volta mi sono affacciata dall’esterno al Cave Bianche Hotel: quello che mi ha colpito è stato ovviamente il posto. È il lavoro dell’uomo che parla e ci si rende conto di come, da un lavoro così antico sia fuoriuscita una struttura concettualmente moderna e di design. Quindi il materiale, la ricerca estetica, l’interpretazione nuova degli spazi architettonici fanno proprio parte della mia ricerca e quando ho visto il Cave Bianche ho pensato subito che fosse interessante, così tanto da decidere di proporre la mostra.
Ogni artista ha realizzato un gioiello ispirato all’hotel: ce ne può parlare?
Sono stati realizzati tutti, da dicembre ad aprile, con materiali e tecniche differenti come per esempio la cera persa e la lavorazione a lamine. L’elemento che è stato colto dalla maggior parte degli artisti, e che è stato riportato sui gioielli, è l’incisione tipica delle cave di Favignana ed ognuno di loro lo ha interpretato con la propria tecnica e sensibilità. C’è chi lavora con la vetro fusione, chi con l’argento, chi ha usato le perle come quelle tahitiane nere. Ciò che accomuna tutti gli artisti è comunque la realizzazione di un oggetto raffinato che si inserisce in armonia con lo spazio, quindi o che riprende il colore bianco della calcarenite o che riprende la parte più architettonica della cava in sé.
Per il miglior gioiello, è previsto anche un premio: “Il Cave Bianche for Arts”. In cosa consiste?
Il premio è stato concordato con la proprietà dell’hotel. Il vincitore – che avrà maggiori preferenze da parte del pubblico – potrà soggiornare al Cave Bianche Hotel per un weekend nel mese di settembre e verrà insignito di una onorificenza che, non so ancora se sicuro, consisterà in una targa.
Quando e perché ha deciso di avvicinarsi al campo della ricerca nell’arte e nella creatività contemporanea?
Arrivo da un lavoro organizzativo e logistico, prima di convegni e poi per tante agenzie private che organizzavano eventi. Ho lavorato per anni alla Galleria d’Arte Moderna di Torino e successivamente – per dodici anni – in una galleria d’arte contemporanea, fino a quando, raggiunti in cinquant’anni, mi sono licenziata e ho deciso che era arrivato il momento di fare qualcosa per conto mio. Sono convinta del fatto che ci sia un momento, nella vita, per fare tutto. Così dall’arte contemporanea, inteso in senso più visuale, sono passata alla ricerca di creatività contemporanea dove ci sono quelle espressioni che si collocano a metà tra l’arte e l’artigianato d’eccellenza, con particolare attenzione al gioiello.
“Dal mare e per il mare” è al suo anno zero. Ci saranno altre edizioni?
Tutto dipende dai risultati che avremo a fine progetto. La mostra, infatti, è nata esclusivamente per questo posto: la chiave di tutto è capire se un progetto che nasce in un determinato luogo abbia le potenzialità e il riconoscimento giusto per poterlo portare avanti. In questo caso, per una prossima ed eventuale mostra, bisognerà decidere se mantenere il tema e cambiare gli artisti o viceversa ma, personalmente, il Cave Bianche è un luogo che sa di terra, di nido e di accoglienza piuttosto che di onde, di libertà e vento. Motivo per cui, manterrei il tema e inviterei altri artisti a lavorare su questi materiali.
Intervista di Martina Lo Giudice
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