Che siano in un bianco e nero netto, improvvisamente abbandonato per un colore che illumina e acceca, i continui richiami alla Sicilia, sono il tratto distintivo della fotografia di Federico Cannata, il giovane fashion & art photografer di Modica che ha fatto di questa terra la sua principale ed inesauribile fonte d’ispirazione. Dopo la laurea all’Accademia di Belle Arti di Catania in Graphic Design – Comunicazione d’Impresa e successivamente quella in Graphic Design – Editoria, Federico Cannata ha iniziato una serie di collaborazioni importanti con artisti, stilisti, magazine internazionali di moda, gallerie d’arte, hair-stylist e aziende di design, portando in giro per l’Italia il suo estro creativo. Sicilia & Donna lo ha intervistato e ha percorso con lui un breve viaggio alla scoperta del suo processo produttivo.
L’intervista a Federico Cannata
Hai collaborato con diverse riviste di un certo calibro e dal 2013 collabori con Vogue Italia. Come nasce questa collaborazione?
“L’anno precedente, la redazione di Vogue Italia aveva avviato una selezione per dare la possibilità ai nuovi talenti, sia italiani che stranieri, di creare un personale portfolio sul sito del magazine. Ho aderito all’iniziativa inviando alcuni scatti, però senza nessun riscontro positivo. Avevo deciso in un primo momento di abbandonare l’idea, ma la voglia di fare e il desiderio di riuscire sono stati talmente tanti, che nel 2013 ho fatto un piccolo servizio fotografico e l’ho inviato di nuovo alla redazione di Vogue Italia. Dopo due giorni le mie foto erano tra le prime pagine del sito della rivista. Ad oggi ho una cinquantina di scatti nel mio portfolio e mi sono reso conto che il tema Sicilia suscita un forte interesse. Noto che tutto quello che riguarda la Sicilia è molto richiesto e apprezzato in tutto il mondo. Ecco perché oltre alla moda mi dedico anche ad altri progetti fotografici legati alla mia città, prendendo spunto dai suoi vicoletti e dal barocco.”
A proposito di Modica e del tuo ultimo lavoro, La città nascosta, dove racconti una Modica inedita e meno conosciuta rispetto a quella turistica che solitamente viene proposta, cosa ti ha spinto a fare questa scelta?
“Modica la sento molto mia dal momento che ci sono nato e cresciuto, quindi questo lavoro vuole essere prima di tutto un atto celebrativo di questa città. Poi mi sono reso conto che anche gli stessi modicani non la conoscono a fondo e attraverso questi scatti ho voluto fare luce su quegli angoli nascosti della città. Tra i vari vicoli addirittura alcuni quartieri sono totalmente abbandonati, rimasti così com’erano prima di essere dimenticati e sarebbe un peccato non renderli noti con tutta la loro bellezza.”
Nella tua fotografia quale fattore determina la scelta del bianco e nero netto o del colore intenso?
“Bella domanda! È difficile da spiegare, è come se esprimessero due lati del mio carattere totalmente opposti, entrambi molto forti, che in base agli stati d’animo emergono alternandosi. Poi dipende anche dal tipo di progetto che si deve andare a realizzare.”
Come scegli i tuoi soggetti?
“Dipende intanto dal lavoro, se viene commissionato oppure no. Nel primo caso, se si tratta ad esempio di una campagna pubblicitaria di moda, il soggetto lo scelgo col cliente, durante la fase di progettazione del lavoro, compatibile col tema che la campagna vuole affrontare. Se devo invece realizzare un progetto di moda ideato totalmente da me cerco i miei soggetti ovunque: dai social network al supermercato, tra gli amici, persino in chiesa. Per loro è un gioco e io mi diverto di più, in quanto posso cogliere alcuni atteggiamenti e una certa naturalezza che nelle modelle professioniste non trovo.”
È mai successo che i luoghi fotografati “abbiano scelto te”?
“Sì mi succede, magari mi scrivo pure le vie per aver un riferimento e tornarci in un secondo momento. A tal proposito mi torna in mente il periodo in cui dovevo realizzare delle foto per una ditta di marmi e andando in azienda, inaspettatamente mi sono trovato di fronte a uno scenario, fatto di polvere e macchine da lavoro, che mi ha talmente affascinato da ispirarmi la realizzazione di un editoriale di moda ambientato lì.”
Una celebre rivista londinese, The Photo Beacon, ha detto di te che sei un’artista da prendere come modello e fonte d’ispirazione. Per te invece, tra i fotografi moderni e contemporanei, chi è fonte d’ispirazione?
“Soprattutto se parliamo di moda sono Tim Walker, Mustafa Sabbagh, Steven Klein, Richard Avedon e Herbert Ritts. Oltre al piacere nel vedere la bellezza dei loro scatti, per me è importantissimo capire il lavoro che si cela dietro quelle immagini, sempre per poter apprendere dai grandi.”
Hai nuovi progetti in cantiere?
“Sì, oltre al proseguimento della collaborazione con Milano, con alcuni progetti che al momento sono ancora in fase di ideazione, ci potrebbe essere la possibilità di avviare nuove collaborazioni con alcune riviste estere. Nel frattempo spero di realizzare nuovamente un mio editoriale, qualcosa che sia totalmente mio; ma su questo non vi anticipo nulla.”
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