“Eppur si muove!” Chissà, forse è questa la frase che Galilei avrebbe pronunciato vedendo la Sicilia muovere i suoi passi in un ambito tanto delicato quanto fondante per la ricostruzione di un’economia che punti sulla cultura e sulla valorizzazione. Un importante step, infatti, sembra aver condotto alla conclusione dell’ultimo decreto per il progetto di finanziamento di poli culturali d’eccellenza, come Palermo, Siracusa, Ragusa e Trapani, che avrebbe messo l’assessorato regionale ai Beni culturali nelle condizioni di pianificare un programma di interventi per la valorizzazione e la fruizione dei Poli Museali e delle maggiori aree archeologiche della nostra Isola.
“A partire da giugno si è proceduto ad un’accelerazione per selezionare i progetti cantierabili di Musei e Soprintendenze siciliane, in seguito all’accordo siglato dal Presidente Rosario Crocetta e dal Ministro per la coesione territoriale Carlo Trigilia” –così ha dichiarato l’assessore regionale Maria Rita Sgarlata, – “un accordo che definisce criteri e modalità di individuazione e attuazione dei progetti. Sono stati recuperati in extremis fondi che sembravano perduti, inclusi dal 2008 nel POIN, asse 1, programma interregionale destinato agli attrattori culturali.”
Dati concreti, dunque, come evidente dal decreto del MIBACT del 2 agosto 2013 con cui è stato approvato e finanziato il primo programma di 18 interventi per un valore di € 21.637.932,46, mentre una seconda fase di programmazione ha previsto ulteriori 11 interventi per un valore di € 33.760.025,76.
Nonostante ciò, come al solito, le polemiche non tardano ad arrivare e c’è chi si chiede che fine abbiano fatto altri importanti siti del territorio siciliano quali Taormina, le isole Eolie, Naxos, Savoca, della provincia di Messina o di altre province, culturalmente rilevanti, ma non menzionate dall’accordo.
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