Entrerà in vigore il prossimo 14 settembre la legge italiana sugli sprechi alimentari, approvata lo scorso 2 agosto in via definitiva dal Senato. La legge 166 del 2016, passata alla Camera lo scorso 17 marzo, mira a limitare gli sprechi, regolando la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale.
A usufruire delle donazioni saranno innanzitutto i più poveri, mentre i prodotti non idonei o in eccedenza verranno ceduti alle associazioni animaliste o utilizzati per il compostaggio. Verrà consentita anche la cessione gratuita di eccedenze alimentari, fermo restando un temine minimo di conservazione, purché siano garantite l’integrità dell’imballaggio e idonee condizioni di conservazione. Sia i donatori che i riceventi, ovvero Onlus, le mense o altre organizzazioni solidali che distribuiscono i beni, devono assicurarsi che i prodotti siano conservati, trasportati e consegnati in buono stato. Inoltre, viene istituito presso il ministero dell’Agricoltura un fondo con dotazione di 1 milione di euro per gli anni 2016, 2017 e 2018, destinato al finanziamento di progetti innovativi per limitare gli sprechi, riutilizzare le eccedenze e promuovere la produzione di imballaggi riutilizzabili o facilmente riciclabili. Incoraggiato anche l’utilizzo dei contenitori “take away” nei ristoranti per portare a casa gli avanzi, pratica molto diffusa in diversi Paesi esteri. Un’altra importante novità, che incoraggerà molte aziende a non sprecare, riguarda i benefici fiscali: i comuni italiani potranno applicare una riduzione della Tari, la tassa sui rifiuti, in proporzione alle donazioni effettuate.
Tuttavia, non è prevista alcuna sanzione per chi sceglie di non fornire gratuitamente i prodotti agli indigenti, che – secondo i dati Istat – nel 2015 erano oltre 4 milioni e mezzo. Se l’Italia ha optato per la strada degli incentivi e della semplificazione burocratica, la Francia si è dimostrata davvero intransigente contro il gaspillage alimentaire: infatti la legge francese, approvata lo scorso inverno, prevede contravvenzioni fino a 75.000 euro e due anni di carcere per i gestori di supermercati che buttano le eccedenze anziché donarle alle organizzazioni benefiche. È stata proprio la mancanza di un sistema sanzionatorio come quello previsto da Parigi a non convincere i Conservatori e Riformisti che hanno deciso di astenersi al momento del voto. In ogni caso, la nuova legge italiana sugli sprechi alimentari può essere considerata indubbiamente “una delle più belle e concrete eredità di Expo Milano 2015”, come ha affermato il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina.
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