La poetessa nera Audre Lorde ha segnato un’epoca. Era una militante, una pensatrice capace di risvegliare le coscienze. Anche Google la celebra con il doodle di oggi. “Non esiste un tipo di lotta univoca perché non viviamo vite univoche”. È un virgolettato riportato che ci fa entrare immediatamente nel mondo di questa donna che lasciò un segno profondo nel pensiero femminile e femminista.
Chi era Audre Lorde
Nacque ad Harlem nel 1934. Era terza e ultima figlia. I suoi genitori erano originari di Grenada, emigrati negli Usa intorno agli anni Venti. La loro fu una vita di migranti con tanto lavoro, rabbia e frustrazione ma con valori sani che inculcarono anche alla figlia. Audre Lorde era forte e sensibile. Si allontanò presto dalla famiglia per andare incontro al mondo, conoscerlo quanto più poteva. A New York si avvicinò al mondo omosessuale e a 27 anni sposa Edwin Rollins, un uomo gay laureato in legge. Ebbero due figli Elisabeth e Jonathan.
Nonostante un’apparente vita familiare tradizionale, la poetessa non rinunciò mai alla sua omosessualità che lei viveva con grande serenità. Era una scelta di vita che le apparteneva. Si separò, infatti, dal marito e crebbe i suoi figli con una donna.
Importante fu il viaggio in Africa compiuto nel 1974. Audre Lorde cercava leggende di dee e amazzoni nere che poi sarebbero diventate strategiche nei suoi scritti. Rappresentava il femminile nero al quale si sentiva particolarmente legata.
Qualche anno dopo inizia per lei la battaglia più dura: nel 1977 scopre di avere un tumore. Morirà nel 1992.
Le opere di Audre Lorde
Gli scritti in prosa, risalenti al periodo che va dal 1977 al 1987, sono raccolti in The Cancer Journals, Sister Outsider e A Burst of Light. C’è poi l’autobiografia Così riscrivo il mio nome, arrivata in Italia nel 2014.
Le donne nere sono le sue interlocutrici privilegiate ma lei si rivolge a tutte. I concetti che vuole far passare sono diretti e semplici: tolleranza della differenza, connessione, creatività. Si può definire un’antesignana dei movimenti femministi, omosessuali e antirazziali che oggi in lei vedono un punto di riferimento importante.
Viaggiò molto, nonostante la malattia, portando ovunque il suo messaggio, la sua poetica, la sua concezione di vita e del mondo. Soggiornava spesso in Germania, a Berlino. Nel 1991 ottenne il titolo di Poeta dello Stato di New York. Trascorse gli ultimi anni della sua vita nell’isola di St.Croix, nei Caraibi.
Scrivi un Commento