Sulle note del “Va pensiero” verdiano e con le voci del coro dell’Aida e dell’Ernani si è svolta, davanti al Teatro Massimo, la manifestazione catanese di Cgil-Cisl-Uil, con lo slogan «Cambiamo Musica». L’orchestra e il coro del Bellini, con una prova pubblica e all’aperto, hanno dato voce alla protesta dei sindacati e al forte disagio dei lavoratori. L’iniziativa si è svolta nel quadro della più ampia mobilitazione regionale per il lavoro produttivo e lo sviluppo, tenuta contemporaneamente da Cgil-Cisl-Uil a Palermo e a Messina.
In piazza Bellini, i segretari generali provinciali Angelo Villari (Cgil), Rosaria Rotolo (Cisl) e Angelo Mattone (Uil) con la presenza di Michele Pagliaro, segretario regionale Cgil Sicilia. Con loro, delegazioni di rappresentanti dei lavoratori provenienti dalle province di Siracusa, Ragusa ed Enna.
Prendendo come spunto la drammatica situazione del Teatro Massimo Bellini, Cgil, Cisl e Uil di Catania hanno voluto rilanciato la “vertenza-Catania” «perché in questa provincia o ripartono produzione, sviluppo, lavoro o muore tutta la Sicilia per inedia sociale.
Villari, Rotolo e Mattone chiedono ai governo regionale, nazionale e anche alle amministrazioni locali, un cambiamento di rotta, sia nelle leggi di stabilità sia nel contrasto agli sprechi, per spostare risorse verso una minore tassazione a lavoratori, pensionati e famiglie e per il lavoro produttivo. «Occorre un piano straordinario di investimenti per infrastrutture, ricerca, alta tecnologia, agricoltura, sostegno all’imprenditorialità sana e valorizzazione delle risorse culturali e ambientali catanesi – sottolineano i tre segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil – che va finanziato sia con fondi comunitari, statali e regionali sia con le risorse che possono, e devono, essere tagliate alla mala politica, alla malaburocrazia. Va definita la situazione di tutti i precari, compresi i tanti, troppi, lavoratori in mobilità, finanziando gli ammortizzatori sociali ma mettendo in campo anche politiche attive del lavoro per far rientrare nel mercato i lavoratori espulsi».
Pagliaro ha rimarcato la necessità di «un piano regionale per rilanciare l’economia siciliana, finanziare gli ammortizzatori in deroga, di varare il bilancio entro il 31 dicembre perché l’esercizio provvisorio sarebbe un disastro».
La manifestazione è stata aperta da un comunicato dei lavoratori del Bellini. Vi si denunciava la situazione gravissima in cui versa l’ente lirico, con il ritardo di 4 mesi degli stipendi ai lavoratori, con la mancanza di programmazione per il 2014. Le responsabilità sono state attribuite all’amministrazione del teatro, per la mancanza dei bilanci consuntivo e di previsione, e alla Regione Siciliana per il ritardo nei contributi e, soprattutto, per il taglio drastico dei fondi che suonano come «una condanna a morte» per l’ente. Un appello finale è stato lanciato ai cittadini per unirsi, con varie forme di partecipazione, alla battaglia per la principale istituzione culturale catanese.
In chiusura, quattro lavoratori, in rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil hanno portato la loro esperienza di uomini e donne disoccupati, precari e cassintegrati: un grido di disperazione ma anche di speranza perché con il lavoro sia restituita la dignità.
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