Diventa un caso sulla violazione della dignità della donna e termina con la denuncia dell’avvocato Maria Vittoria Cerami la sfilata di carnevale svoltasi il 28 febbraio a Blufi, un piccolo paese della provincia di Palermo sulle Madonie. Motivo del provvedimento è il carro di Betty Boop, celebre personaggio d’animazione degli anni ’30 e icona sexy, che è stata proposta in una versione hot, senza gli indumenti necessari per coprirne le parti intime e con le scarpe rosse addosso, simbolo della lotta contro la violenza di genere. “Concordiamo sul fatto che il carro in questione sia poco dignitoso e irrispettoso nei confronti della donna”, ammette Calogero Brucato, Sindaco di Blufi. “In occasione della manifestazione che si svolge nel mio paese, a Bombietro, Geraci e Ganci non è previsto l’esame preliminare dei carri prima della sfilata. Durante la parata nessuno mi ha fatto notare, né io stesso ho notato, la posizione provocatoria del carro del quale vedevo solo la testa. Premesso che il carro sia da condannare chi ha diffuso le immagini su internet ha offeso la donna più di quanto abbiano fatto i creatori stessi”. La totale estraneità di Blufi alla produzione della discussa allegoria e l’appoggio dell’intero Paese a chi si prodiga per la difesa della dignità della donna sono stati ribaditi in un comunicato stampa dell’Amministrazione Comunale. “A Blufi ci siamo rimasti male in quanto non responsabili di un carro costruito a Bompietro e per l’associazione che è stata fatta tra questa vicenda e l’omicidio della farmacista Giuseppina Jacona, avvenuto per rapina a novembre 2013”. Raggiunta telefonicamente, l’Avvocato Cerami ricostruisce l’intera vicenda.
Avvocato Cerami, dove ha visto per la prima volta il carro di Betty Boop?
“Non ero presente alla sfilata. Ho visto le foto su Facebook”.
Cosa ha pensato?
“Ho guardato le foto per più di un minuto. Poi ho chiamato i carabinieri. Non ritenevo il carro educativo bensì umiliante”.
Il carro era allegorico, poteva essere interpretato come una carnevalata seppur spinta, o era offensivo nei confronti della dignità della donna?
“Se il carro fosse stato allegorico Betty Boop non sarebbe stata in quella posizione. Non ho compreso il messaggio che ritengo avulso e contraddittorio. Tra l’altro le scarpe rosse indossate dal personaggio sono usate per ben altri scopi. La protesta non è contro il carro in sé ma contro l’immagine del carro data ai minori e alle bambine. Siamo bombardati da immagini volgari e diseducative”.
Il Sindaco di Blufi ci ha avvisati che gli organizzatori del carro e il Sindaco di Bompietro tramite un comunicato stampa hanno ritirato autonomamente il carro in questione. Le sembra un’ammissione di colpa?
“Non sono un giudice e non posso dire chi abbia la colpa. Non sapevo neanche a chi appartenesse il carro”.
Il Sindaco di Blufi non vede alcun collegamento tra questa vicenda e l’omicidio della farmacista.
“Io non ho associato l’immagine del carro alla barbara uccisione della Dottoressa Jacona”.
Lei è sempre stata impegnata nella difesa delle donne. Quali i prossimi impegni in tal senso?
“È terminato ieri il convegno “Donna e Dignità: Donna soggetto e non oggetto”.
Per la sua denuncia ha ricevuto messaggi di sostegno ma anche una minaccia.
“Ho ricevuto solidarietà da associazioni e da individui, dal gruppo Paloma, che opera in difesa dei bambini, da Diana e dal paese di Castellana Sicula tra i tanti. Ho ricevuto anche una telefonata minatoria anonima e per questo atto nessuna solidarietà nei miei confronti”.
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