Cgil Sicilia: “Rilanciamo un piano per l’occupazione”


L’obiettivo è creare lavoro. Per raggiungerlo la Cgil Sicilia, che ha concluso il suo congresso regionale, ha proposto un piano nazionale straordinario con un investimento pubblico di almeno 10 miliardi.

“Questo intervento, che immaginiamo triennale o quinquennale – ha detto Danilo Barbi, segretario confederale della Cgil nazionale concludendo il dibattito nell’ambito del XV congresso del sindacato siciliano- sarebbe destinato ai giovani, alle donne, ai disoccupati da lungo tempo.  Il Mezzogiorno e la Sicilia che registrano tra questi soggetti il maggior disagio (la disoccupazione giovanile  nell’isola è al 51,3% e quella femminile al 27,1%), e che ha grande bisogno di politiche anticicliche ne trarrebbe grande vantaggio”.

Barbi ha specificato che “chi pensa di affidare al mercato la ripresa in realtà non ha capito la gravità della crisi”. Secondo l’idea della Cgil sono tre gli assi di intervento: i beni sociali, i beni culturali e i beni ambientali.

Secondo la Cgil, qui la novità, i finanziamenti non andrebbero affidati ai ministeri né alle realtà locali, ma a un’apposita agenzia nazionale che li erogherebbe sulla base dei progetti e dei programmi delle realtà locali, nell’ambito dei tre filoni di intervento individuati. L’agenzia farebbe anche da supporto, laddove necessario, per la progettazione. I lavori attivati verrebbero certificati e varrebbero come titoli per i concorsi pubblici. Ma dove trovare le risorse per questo piano? “Noi –ha detto Barbi- proponiamo una patrimoniale ordinaria, immobiliare e mobiliare. Si potrebbe a breve procedere con un’anticipazione della misura solo sui patrimoni finanziari, con un’imposta cioè sulle grandi ricchezze finanziarie familiari che superano i 350 mila euro”.  Secondo le stime della Cgil su 24 milioni di famiglia in Italia la misura riguarderebbe 1.200.000, il 5%,  e il contributo medio sarebbe nell’ordine degli 8.500 euro l’anno.

“L’idea base- ha rilevato Barbi- è produrre lavoro per mezzo del lavoro, con una regia e un finanziamento pubblico,  cosa che non esclude che si aggiungano finanziamenti locali e privati”.  Il segretario Cgil ha sottolineato che si privilegia questi settori, “anche perché non subiscono la disoccupazione tecnologica, non entrano nella concorrenza internazionale,  valorizzano il territorio dando possibilità di intervento su ambiti come la sicurezza e la tutela del territorio, aumentano la densità occupazionale, attraverso il controllo sociale rendono più difficili le infiltrazioni malavitose e mafiose”.

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