Una riproduzione dell’aereo DC9, protagonista della strage di Ustica, fra piazza Duomo e Cordusio: ecco la richiesta di Renzo Martinelli, regista di Vajont e Piazza delle Cinque Lune, al comune milanese per la promozione del nuovo documentario Ustica, in uscita nelle sale il 31 marzo. Un secco no, invece, è stata la risposta del capoluogo lombardo. E il regista inveisce contro l’amministrazione che nel 2013, aveva concesso l’installazione di un sottomarino sbucato proprio su via Mercanti per uno spot pubblicitario. “Questa sarebbe stata un’opera di grande valore etico – afferma Renzo Martinelli- Con questa iniziativa di forte impatto si cercava di richiamare l’attenzione specialmente di un pubblico più giovane e totalmente ignaro della vicenda su una delle tante
stragi del nostro Paese che ancora attende verità”. Morirono, infatti, 81 persone nella strage del 1980, le cause ancora incerte. “Per la stessa identica area – sottolinea il regista lombardo – a due passi dal Duomo, era stata invece concessa l’autorizzazione nel 2013 alla Europe Assistance Italia, compagnia del Gruppo Generali, che vi aveva allestito un sottomarino L1 F3, con tanto di slogan Tutto può succedere”. Da Palazzo Marino arriva la replica :”In genere queste cose si costruiscono insieme parlando, non inviando semplici richieste protocollate. È proprio un metodo di lavoro diverso rispetto a quello a cui siamo abituati -gli
risponde l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno – L’aereo in via Mercanti non era compatibile con altri eventi e manifestazioni già fissati in precedenza”. Il Comune sottolinea anche la piena disponibilità ad accogliere proposte per altri luoghi invitando Martinelli “a sedersi attorno a un tavolo con la cartina di Milano in mano per trovare una soluzione condivisa”. Intanto si attende il film nelle sale. Dopo aver fatto luce sul caso Moro, dopo aver raccontato la tragedia del Vajont, senza mai tralasciare nomi e cognomi di responsabili, Martinelli svela la verità del caso Ustica, uno dei Misteri d’Italia più dolorosi. Tre sono le ipotesi che sono state di volta in volta avanzate sulle cause del disastro: cedimento strutturale dell’aereo, una bomba a bordo, un missile. Nessuna di queste ipotesi è stata sino ad oggi provata. Frutto del lavoro di tre anni a stretto contatto con due ingegneri aeronautici sulla mole enorme di perizie e testimonianze effettuate nel corso degli oltre trent’anni trascorsi da quella tragica notte del 27 giugno 1980, Ustica porta a una nuova, agghiacciante verità, inconfutabilmente supportata da materiale documentale.
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