Come riqualificare un rudere? Parte il progetto Aretè


Riqualificazione, trasformazione ed enfatizzazione del rudere, come reperto archeologico urbano, per migliorare la città storica e stratificata. Questo l’obiettivo di “ARETE’. Abitare le rovine”, la mostra d’architettura e design organizzata dalla Fondazione degli architetti di Catania –con la collaborazione di Officina 21- e sostenuta dall’Ordine dello stesso albo professionale. Presentata nella chiesa di San Francesco Borgia in via Crociferi,  la mostra è stata preceduta da un seminario tecnico alla presenza di Fulvia Caffo, Soprintendente ai Beni Culturali ed Ambientali  di Catania, Giuseppe Scannella, Presidente Ordine Architetti P.P.C. Catania, con gli interventi di Paola Pennisi, Presidente Fondazione Ordine Architetti P.P.C. Catania, Francesco Finocchiaro, delegato ricerche e workshop Ordine Architetti P.P.C. Catania e Ignazio Lutri, Presidente Inarc Sicilia, Stefania Marletta,  presidente di officina 21 che ha presentato l’iniziativa insieme a Fulvia Caffo e Pippo Scannella.

Il progetto, declinato attraverso i momenti della mostra, del seminario, del workshop e della pubblicazione, indaga la possibilità di configurare un modello interpretativo ed attuativo che consideri l’architettura come strumento di governo dei processi di rigenerazione della città. Diversi gli architetti catanesi che, sposando l’idea, hanno presentato tavole e progetti ad hoc nell’ottica del virtuosismo del recupero architettonico dell’area urbana.

«Da diversi anni la Fondazione si occupa di temi legati alla professione e soprattutto al territorio», ha dichiarato Paola Pennisi, «il tema delle rovine è molto attuale, si parla di RIUSO quale acronimo di riqualificazione urbana sostenibile; questo tema è portato avanti dal CNA, insieme all’ANCE e Lega Ambiente, proprio perché si crede nel progetto di rigenerare i luoghi già esistenti e riproporli in maniera tecnologica ed energicamente sostenibile pur mantenendo la testimonianza valoriale del nostro patrimonio.»

Voler partire da un sistema normativo e disciplinare ormai obsoleto per prefigurare nuovi scenari tipologici e morfologici, fare il punto sullo stato dell’arte della disciplina ed individuare nuove strategie per recuperare il patrimonio storico-culturale della nostra città. Ecco il senso dell’ ”abitare le rovine”, nell’ottica della riappropriazione, della rigenerazione, del miglioramento, del conferimento di una nuova vita a quei ruderi divenuti, ormai, relitti all’interno di una porzione davvero significativa del nostro tessuto urbano.

La mostra resterà aperta sino al 2 maggio nei seguenti orari: mer., ven. sab, dom. 9-13; mar. e giov. 9-13 e 15-17. Chiuso il lunedì.

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