Dure reazioni alla bocciatura della Finanziaria regionale


rosario crocetta governo regionale

È lungo ed eterogeneo l’elenco degli interventi sulla bocciatura della Finanziaria regionale. Il CO.RE.SAM (il Coordinamento Regionale della Sanità Mentale fra cooperative sociali, comunità-alloggio, case-famiglia e associazioni dei genitori e degli utenti) affida a una nota il suo dissenso e scrive: “Prendendo atto degli articoli cassati relativi all’integrazione socio sanitaria, dal commissario Aronica, dichiariamo lo stato di allarme per ciò che comporta il reale rischio di chiusura di servizi e strutture che da anni operano nel settore garantendo supporto agli utenti che ne necessitano, circa 10.000. Frattanto il congelamento degli articoli di cui sopra (nn. 8, 19, 20 nello specifico) creeranno problemi anche e soprattutto ai comuni e agli enti locali che già da tempo non avendo possibilità economica, non potevano garantire servizi essenziali”. E proseguono: “Speriamo che l’intervento autorevole del Presidente della Regione Onorevole Rosario Crocetta realizzi una risoluzione di questa grave notizia. La società cambia, ma la Sicilia è condannata a rimanere sempre preistoria, nonostante gli esponenti più quotati del nostro Paese nascono proprio nella nostra regione”.

Interviene anche il sindaco di Catania, Enzo Bianco, che spiega: “L’atto di Aronica è francamente intollerabile e si evidenzia una chiara sproporzione nel potere esercitato dal Commissario dello Stato sulla Regione”. Commentando l’impugnativa di 33 articoli della Finanziaria regionale, il primo cittadino del capoluogo etneo dice: “Neanche nelle Regioni a Statuto ordinario i Commissari dello Stato hanno il potere di intervenire sul bilancio approvato da un’Assemblea regionale tanto pesantemente da vanificarlo. Si tratta di un eccesso di interventismo. Un’azione così distruttiva è francamente intollerabile e si evidenzia una chiara sproporzione nel potere esercitato dal Commissario dello Stato sulla Regione”. “Per questo – ha aggiunto Bianco – mi rivolgo al Ministro dell’Interno e al Governo perché la Sicilia, oltre ai problemi che ha, non debba anche soffrire per un atteggiamento francamente incomprensibile, ingiustificato e che comprime fortemente l’autonomia della Regione”.

Non meno dure sono le parole del presidente di Confcommercio Sicilia Pietro Agen che commenta così la bocciatura della Finanziaria regionale: “Credo sia una sconfitta per tutti noi siciliani, anche per quelli che come Confcommercio Sicilia avevano espresso giudizi pesantissimi tanto sui metodi quanto sui contenuti. Non è caduto un articolo, è caduta una manovra. Senza polemica vogliamo ricordare che fin dai primi giorni del governo Crocetta, nel 2012, abbiamo pubblicamente segnalato la necessità di un taglio di spese generalizzato che permettesse una politica di sviluppo vero, basato sulla creazione di lavoro reale e non clientelare. Bene! Non siamo stati neppure presi in considerazione, ed oggi si vedono i risultati. Non siamo felici di aver avuto ragione, ne prendiamo semplicemente atto, mentre plaudiamo al blocco dell’ incomprensibile e per certi versi offensivo regalo che in finanziaria era stato elargito ai petrolieri. Almeno di una cosa siamo felici!”

Non ultimo è lo stesso presidente della Regione, Rosario Crocetta, che interviene parlando di “conseguenze disastrose”.  “Si tagliano i fondi per la scuola, per l’Ersu, le università, i consorzi e le accademie. In Sicilia non è più possibile studiare. Tutti i fondi per tutti i teatri siciliani sono tagliati. La Sicilia non ne ha più diritto. Sono tagliati i fondi per l’Arpa e non si possono fare controlli ambientali. Sono tagliati i fondi per i ricoveri dei minori; stiano pure in mezzo alla  strada o adottino il modello delle favelas brasiliane o quelli dei bambini rumeni che vivono nelle fogne.
Sono tagliati i fondi per i disabili e per il disagio sociale. Si trasferiscano a dormire nei giardini pubblici. Sono tagliati i fondi per le IPAB, anziani, malati, orfani e senza parenti troveranno asilo nelle sale di aspetto delle stazioni ferroviarie.
Sono tagliati i fondi per i talassemici. Sono tagliati i fondi per le riserve naturali e per i parchi. Brucino.
Sono tagliati i soldi per l’EAS ; il personale vada al macello. I consorzi di bonifica sono tagliati : niente più acqua nelle campagne. Naturalmente tutti questi tagli vengono giustificati in nome dei forestali assunti negli ultimi 30anni dai governi precedenti e mai dichiarati illegittimi da nessun Commissario dello Stato.
Sono perfino stati tagliati i fondi di sostengo alle associazioni antiracket e antimafia. I ciechi e i sordi non hanno diritto di studiare. Sono tagliati tutti i fondi per i musei siciliani. Chiuderanno. Il governo siciliano non cede e fa la sua battaglia, ma, mai come adesso è necessaria una larga e unita convergenza  che faccia uscire la Sicilia dal
baratro in cui ci ha trascinato il passato”.

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