La situazione dell’eruzione del vulcano Etna, secondo il comunicato dell’INGV sembra mantenersi stazionaria, nonostante il vulcano sia ancora in piena attività. Quella in corso sull’Etna è un’attività stromboliana che ha dato di nuovo vita a una fontana di lava dal cratere Voragine, iniziata intorno alle 16 di sabato dopo un aumento del tremore. La terza in due giorni. L’eruzione del vulcano, che viene costantemente monitorata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania, è accompagnata da emissione di cenere spinta verso nord dal vento debole. Proprio a causa della cenere l’aeroporto di Catania, era stato chiuso tutta la notte di domenica, e ha riaperto solo stamattina verso le 6:30. Continua infatti l’emissione di cenere, ma il cambio di direzione del vento ha consentito l’apertura di Fontanarossa senza pericoli. Oltre le difficoltà create al traffico aereo la cenere lavica emessa dall’Etna è caduta copiosa sulle piante di agrumi nella piana di Rosarno-Gioia Tauro, compromettendo la raccolta dei pregiati frutti. Il monitoraggio della Coldiretti chiede infatti di avviare gli accertamenti per il riconoscimento della calamità naturale. Dai primi sopralluoghi svolti dai tecnici e imprenditori della Coldiretti “la cenere ha creato due tipologie di problemi: su una buona parte degli agrumi ha bloccato il processo di maturazione, mentre su altri sono stati bruciati i frutti già maturi e presentano delle macchie nere che, pur non inficiandone la bontà e la qualità, inducono i consumatori a non acquistare, con un indubbio riflesso negativo sul mercato”. La Coldiretti, inoltre, ricorda che l’infausto evento calamitoso, “non è assicurabile e quindi è necessario predisporre tutti gli atti idonei, affinché, possa essere riconosciuta la calamità”. E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti che chiede “E’ evidente – conclude la Coldiretti – che tale situazione, sta creando anche problemi di competitività agli agrumi, che rappresentano uno dei beni economici più importanti del territorio”.
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