L’Etna torna a far parlare di sé: dalla serata del 17 maggio, infatti, è in corso un’intensa attività eruttiva. Ieri, in tarda mattinata, si è alzata un’imponente colonna di cenere vulcanica che ha raggiunto 3.000-3.500 metri“. La situazione ha spinto il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio a disporre l’allerta gialla, che indica uno “stato di potenziale disequilibrio” del vulcano e prevede un’intensificazione delle attività di vigilanza e monitoraggio da parte dei centri di competenza scientifica e l’eventuale allertamento dei comuni interessati.
Etna. Ingv: ecco che succede
“Ieri si è registrata un’attività parossistica al Cratere Centrale Voragine,–spiega Marco Neri, Primo Ricercatore presso l’Ingv, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia della sezione Catania − quest’attività ha fatto seguito ad un’attività
stromboliana che invece ha interessato il Cratere Nord-Est. Si tratta di eruzioni che avvengono nell’area sommitale, a circa 3300 metri di altezza. La fase di fontanamento dalla Voragine è durata circa 3 ore e si sono formate due colate laviche di 3 km ciascuno: una, che per trabocco, dal cratere centrale si è diretta verso Ovest e un’altra che è emersa da una nuova piccola bocca eruttiva a circa 3050 metri di quota, ad un’altezza minore rispetto alla Voragine; quest’ultima ha diretto il flusso di lava all’interno della Valle del Bove, dove è rimasta alimentata tutta la notte. L’attività parossistica che è ripresa stamattina probabilmente non riguarda più la Voragine ma il Nuovo Cratere di Sud-Est. Ormai l’Etna, negli ultimi mesi, ci ha abituati a delle eruzioni in sequenza che interessano un po’ tutti i crateri sommitali, mentre prima si registrava una più intensa attività nel Cratere Sud-Est e gli altri crateri restavano silenti. Questa situazione non deve destare particolare preoccupazione, è soltanto un modalità diversa dell’Etna di dissipare la propria energia.”
Per quanto riguarda i tremori che sono stati avvertiti, il dottor Neri chiarisce “In presenza di fontane eventi parossistici, il tremore armonico del vulcano aumenta in modo caratteristico. L’intensificazione del tremore è utile per prevedere l’inizio di una fontana di lava; al contrario, quando diminuisce capiamo che la fontana è sul finire. Alcuni dei nostri segnali di allarme sono improntati proprio su questo. Quando la frequenza e l’ampiezza di questo segnale cambiano considerevolmente, iniziamo una procedura di allerta, comunicando con la Protezione Civile nazionale.”
Finora non si è verificato nessun disagio legato all’attività vulcanica. L’aeroporto “Vincenzo Bellini” di Catania rimane pertanto operativo, a meno che la colonna di cenere non si diriga verso Sud. “Quando si dirige verso altre direzioni come sta accadendo nelle ultime ore – specifica Neri − gli aerei seguono dei percorsi alternativi, evitando le zone verso cui il vento trasporta la cenere.”
Articolo di Rosita Cipolla
Scrivi un Commento