Fuori dai confini nazionali c’è una forte domanda di Italia


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Forse pochi sanno che nel mondo ci sono 250 milioni di italici, tra italiani che sono emigrati o discendenti o coloro che amano l’italiano, persone che si identificano o che si sentono affini all’Italia per cultura, lingua, stile di vita, musica, arte, letteratura, etc. 80 milioni di italiani tra oriundi, naturalizzati o discendenti, seconda diaspora mondiale dopo quella cinese. 4 milioni e mezzo con cittadinanza e passaporto italiano. Infine l’associazionismo regionale diffuso in tutte le parti del mondo. La lingua italiana è la quarta nel mondo.
Su questo scenario italico senza confini geografici, ha avuto luogo a Firenze la 2 giorni di confronto degli Stati Generali per la promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo sul tema “L’italiano nel mondo che cambia”, organizzata dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con il Ministero della Istruzione, Università e Ricerca e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.ci sono 250 milioni di italici, tra italiani che sono emigrati o discendenti o coloro che amano l’italiano
I lavori sono stati aperti dal Sottosegretario agli Esteri Mario Giro, il quale ha affermato che l’iniziativa vuole essere l’occasione per approfondire le strategie di diffusione dell’italiano all’estero e fare il punto sulle nuove sfide da affrontare.
Studiosi, ricercatori, esperti nella materia sociale, docenti universitari, burocrati ministeriali, esponenti del mondo artistico e culturale italiano si sono alternati sui tavoli delle discussioni tematiche, strategie di diffusione della lingua italiana nel mondo, nelle due tavole rotonde su italofonia e prospettive in Italia ed all’estero.
Il Sottosegretario Giro ha preannunziato che gli Stati Generali restano convocati insieme ad un nuovo gruppo in via di costituzione per appuntamenti e verifiche di quanto realizzato al 2015 e al 2016.
Nel documento conclusivo sono indicate le linee normative, di indirizzo politico e gestionale, progettualizzate per la promozione della lingua e cultura italiana, attraverso l’abbraccio di tutti gli italofoni del mondo con l’obiettivo di dare risposta alla domanda di lingua e cultura che viene da fuori, ridare immagine, crescita economica e turismo internazionale al Paese Italia. Fare sistema.
Negli atti del Convegno non mancano i riferimenti alle comunità italiane.
Ma poco si dice sul loro coinvolgimento e partecipazione e sul ruolo della rappresentanza: Comites, CGIE e sulla ragnatela dell’associazionismo regionale italiano diffuso in tutte le parti del mondo, collegata con le Regioni di appartenenza attraverso leggi e strumenti operativi come le Consulte regionali. Le Regioni, infatti, hanno la delega sulla emigrazione.
Si tratta di una infinità di associazioni, circoli, clubs, aggregazioni e centri culturali piccoli e grandi, legate tra loro dalla identità regionale che svolgono una intensa attività di rapporti, relazioni e contatti tra di loro e le altre realtà regionali presenti nel territorio. Una galassia in movimento.
Per tutte le aggregazioni, la lingua, unitamente alla cultura italiana, è fattore indiscusso di riaggregazione e di unità nei quali i connazionali si ritrovano e si riconoscono, riscoprendo l’orgoglio della appartenenza italiana mai dismessa.
Un patrimonio immateriale straordinario che è risorsa dalle potenzialità incalcolabili.
Siamo convinti che chiamare in causa, e possibilmente responsabilizzare le comunità italiane, significherebbe allargare a livello di base la iniziativa promozionale nelle società di insediamento, nella quotidianità, nel lavoro.
Nessuno meglio di chi la parla può diffondere una lingua. Lo stimolo al suo uso è promozione vera.
In questa direzione, l’apporto diventa importante alla iniziativa degli Stati Generali.

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