Il giudice del Lavoro del tribunale di Agrigento ha condannato il Comune di Licata ad applicare il contratto nazionale di lavoro giornalistico al dipendente Antonio Morello dopo che l’amministrazione, in autotutela, aveva deciso di ritirare la delibera di incarico demansionando il giornalista all’inquadramento nella categoria C, posizione economica C5, profilo professionale “esperto”.
Questa è la quarta sentenza, dopo quelle di primo e secondo grado del tribunale di Messina e quella del Tribunale di Catania che ha condannato il Comune di Adrano, che riconosce in modo incontestabile la piena applicabilità negli uffici stampa degli Enti locali della Sicilia del contratto collettivo del 24-10-2007 firmato da Fnsi e Associazione siciliana della Stampa con Anci e Urps e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione.
Nel procedimento contro il Comune di Licata, l’Associazione siciliana della Stampa si era costituita in giudizio a fianco del giornalista Morello.
“La sentenza – afferma l’Associazione siciliana della Stampa – confermando la chiara giurisprudenza che va ormai consolidandosi sempre più, boccia l’operato di quelle amministrazioni locali che avevano ritirato le delibere di incarico ai giornalisti con l’applicazione del contratto e, di fatto, conferma l’infondatezza della tesi sostenuta dall’ufficio della procura della Corte dei Conti
che, dall’applicazione di questo contratto, aveva ipotizzato un eventuale danno erariale”.
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