Matrimonio idilliaco quello fra i giovani del Rotaract club Catania Nord e l’A.I.C.I.C., Accademia Italiana Cerimoniale Immagine e Comunicazione, svoltosi la settimana scorsa nella sede rotariana del corso Italia a Catania. “Operare con impegno nel territorio siciliano ci accomuna”, ha esordito Antonio Valenti giovanissimo presidente del Rotaract rivolgendosi a Francesco Raneri presidente A.I.C.I.C., “così come la voglia di far capire ai giovani l’importanza di seguire determinate regole quali standard di comportamento per creare il giusto equilibrio su cui basarsi nella vita di ogni giorno. Ho voluto questo incontro perché credo fortemente nel valore dell’immagine e della comunicazione che penso siano alla base del nostro successo; fra l’altro ritengo che i giovani d’oggi non sappiano comunicare, troppo impegnati a nascondersi dietro social che ne ostacolano i rapporti interpersonali”.
Parole decise e pregne di significato quelle di Valenti convinto che anche i giovani possano e debbano sposare le “linee guida” che stanno alla base del cerimoniale e che contribuiscono a valorizzare i rapporti relazionali, animando l’impegno del servizio per la comunità. Un impegno concreto, fatto di solidarietà e di carica morale, di sensibilità e di sincera motivazione, un impegno che aiuta a “coltivare il senso di amicizia e di rispetto della persona, presupposto fondamentale per poter elaborare progetti di intervento che migliorino le relazioni interpersonali e che consentano, poi, di proiettarsi all’esterno con un supporto di credibilità etica.”
Così Piero Maenza, presidente del Rotary Catania Nord e organizzatore dell’evento, ha voluto sottolineare la veste etica e la carica morale che stanno alla base del suo club, attivo -ha dichiarato- negli ambiti della polio, della talassemia, dei disabili down, dei quartieri disagiati, delle case famiglia, ma altresì attento a sostenere attività culturali e temi di grande attualità e interesse sociale.
Grande soddisfazione anche per il presidente Francesco Raneri che, nell’esplicitare la mission della neonata Accademia “pronta a diffondere la cultura del cerimoniale negli enti locali, realizzando eventi che rispettino le regole protocollari e non”, credendo fortemente nel senso della misura e dei modi nelle relazioni, ha concluso il suo intervento declamando il motto oraziano: “est modus in rebus”.
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