La Sicilia ricorda la tragedia di Marcinelle


Anche la Sicilia ricorda Marcinelle, la tragedia in miniera in cui l’8 agosto 1956 persero la vita 262 minatori, 136 erano italiani. Insieme all’Anfe l’associazione delle famiglie degli emigrati, la Regione siciliana ha partecipato alla presentazione delle iniziative che ricorderanno, nel 2012, i dieci anni di attività del museo del Bois de Cazier. Attorno a Marcinelle ruota, infatti, un progetto elaborato dall’Anfe di Bruxelles a cui la Regione e molti comuni siciliani hanno assicurato l’adesione.

 

Arrivavano infatti soprattutto dall’Italia meridionale gli operai che venivano impiegati nelle viscere della terra, nell’estrazione a cottimo del carbone, che ha reso, dal 1945 in poi, la Vallonia (a Sud del Belgio) la regione più ricca e industrializzata d’Europa.

L’impatto emozionale è ancora fortissimo all’interno dello stabilimento a Sud di Charleroi, che una società immobiliare, dopo la chiusura della miniera, approfittando del progressivo oblio, avrebbe voluto trasformare in un grande centro commerciale.

Oggi l’associazione ha annunciato di aver raggiunto i suoi obiettivi e di aver avviato le pratiche per cessare la sua attività.

Il programma del decennale del museo, che si interseca con quello dei 56 anni della tragedia, è fitto di attività che rafforzano la memoria dei fatti che hanno caratterizzato le vicende industriali del bacino carbonifero, guardano al futuro, in collaborazione con i musei dell’emigrazione più famosi del mondo, a partire da quello americano di Ellis Island. Il percorso del “Bois” è stato arricchito da audioguide, da chioschi interattivi, dalla produzione di un dvd. Ed è stata annunciata la presentazione della candidatura di Charleroi tra i quattro siti minerari della Vallonia che, nel giugno 2012, potrebbero essere inseriti nel patrimonio mondiale dell’Unesco.

“Dobbiamo andare oltre la doverosa commemorazione – afferma il direttore del dipartimento affari extraregionali della Regione, Francesco Attaguile – La lezione storica di Marcinelle è più attuale che mai. Dobbiamo partire da qui per avviare iniziative permanenti che guardino al futuro della sicurezza del lavoro, della formazione e della integrazione dei migranti”.

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