Dopo aver conquistato la terra, dove sta costruendo il primo albergo etico, Muni Sigona – anima de La casa di Toti – ha deciso di conquistare anche il mare. È partita, infatti, lo scorso 14 aprile da Otranto – dopo aver ammainato la bandiera turca e issato la bandiera italiana – un viaggio su una barca a vela assegnata in custodia giudiziale dalla procura di Lecce proprio alla onlus guidata da Muni: il natante, di origine turca, è stato sequestrato perché usato per il trasporto di migranti.
L’imbarcazione monoalbero, lunga 14 metri e denominata Blue Café, da adesso servirà a regalare sorrisi ai ragazzi speciali che potranno solcare il Mediterraneo a bordo – oltre che della barca a vela – di un progetto che non ha barriere né fisiche né mentali, dove ciò che conta è lavorare sulle autonomie dei giovani responsabilizzandoli di fronte all’impegno della navigazione.
Il primo viaggio etico prevede una traversata da Otranto fino alla Sicilia. Se ciò è possibile è anche grazie alla generosità di un main sponsor che ha deciso di sposare subito il progetto. A capitanare l’imbarcazione è Salvatore Porto collaborato da Gianni Antista e Carmelo La Delfa della Lega Navale sezione di Catania. E poi sulla barca anche Muni insieme al marito Michele e al figlio Felice: “manca Toti – dice Munì – perché impegnato negli stage, tenuti dallo studio Parentage, presso La Casa di Toti e presso le aziende che stanno sostenendo il progetto”.
“Un grazie va proprio alla lega navale di Catania che ci sta aiutando a portare la barca nel porto etneo”, ha detto Muni Sigona che aggiunge: “Questa barca potrà ospitare tutte le onlus che si occupano di ragazzi speciali perché quello che più mi sta a cuore è consolidare un lavoro sociale di squadra attraverso una messa in rete di tutte le associazioni”.
L’arrivo a Catania è previsto tra due/tre giorni: ad accogliere l’imbarcazione tanti amici della onlus ma soprattutto tante persone che da tempo seguono il progetto de La Casa di Toti: “Speriamo di ottenere un ormeggio no profit ed è per questo che lancio un appello alle autorità competenti affinché possano aiutarmi”, conclude Muni Sigona.
Per info: www.lacasaditoti.org
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