Mentre Antonio Presti, profeta di bellezza, stamattina al Boggio Lera parlava della luce della conoscenza, si diffondeva la notizia che si era spenta la luce di Ida Carrara. Grandissima attrice e grandissima donna, perché non poteva essere che così la compagna di vita di Turi Ferro, e, di conseguenza, grandissima madre di Enza, di Guglielmo e Francesca, che hanno avuto il coraggio di proseguire una tradizione di famiglia, la vita sul palcoscenico di un teatro, di mille teatri, accettando, con amore filiale, il rischio di un confronto artistico con i genitori, maestri nella difficile arte del recitare.
Catania, la Catania provinciale e modaiola, superficiale e consumista, ha dimenticato negli anni passati, nei lunghi anni passati, la memoria del grande, unico e insuperabile Turi Ferro. L’auspicio e che, oltre le lacrime di circostanza in una cattedrale che sarà piena di papaveri e papere, la Catania di oggi non continui a dimenticarsi di Turi e non dimentichi Ida, subito dopo la commozione.
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