Le sere di giovedì 24 e venerdì 25 luglio, alle 21,30, in occasione del “clou” dei festeggiamenti in onore di San Giacomo, patrono della città, si rinnoverà a Caltagirone, nel “cuore” del centro storico riconosciuto dall’Unesco patrimonio dell’umanità, l’atteso spettacolo di luci e colori della “Scala illuminata”. Ancora una volta la monumentale Scala di Santa Maria del Monte (142 gradini tutti decorati con splendide maioliche) si trasformerà in un fantasmagorico arazzo di fuoco.
Anche quest’anno quasi 4000 “coppi” in carta multicolore (bianca, rossa e verde, quest’anno, col disegno del 25, anche blu), dentro i quali ardono lumi alimentati, nel complesso, da cinque quintali di olio d’oliva, verranno disposti in modo da formare un disegno diverso, opera di artisti del luogo. Quello della sera del 24, raffigurante un vaso di fiori con al centro un personaggio biblico, è datato 1981 ed è opera del compianto Salvatore Montalto, a cui si devono ben 38 disegni allestiti sul monumento – simbolo di Caltagirone dal 1956 al 1982, anno della sua prematura scomparsa. Il disegno di venerdì 25 luglio è opera del docente e ceramista Antonino Navanzino, figlio d’arte. Costituisce un omaggio all’antica tradizione degli schemi di Benedetto Papale, padre e inventore della “Luminaria”. Rappresenta un San Giacomo pellegrino ispirato alle statuine votive popolari dei plasticatori dell’800, incorniciato dentro una sorta di edicola votiva, anch’essa ispirata a quelle maiolicate del periodo barocco. In cima all’edicola, si trovano lateralmente due vasi e centralmente l’araldica della città di Caltagirone, ovvero la croce genovese che, con base a punta, rappresenta pure la croce jacopea. Ai lati e sopra l’edicola, uno schema degli arazzi (copri colonne) che adornano le edicole nei periodi festivi. Alla base dell’edicola la conchiglia, simbolo jacopeo per eccellenza, mentre sotto la conchiglia è posto un cratere che ricorda quelli in terracotta del giardino pubblico e che ha all’interno una decorazione barocca. Ai lati, dai due mascheroni esce dell’acqua, come a rappresentare una fontana. Dalle due estremità del cratere fuoriescono dei cartigli d’acanto, tipici delle decorazioni maiolicate locali.
La collocazione dei coppi avviene nella notte precedente alla festa. L’operazione, la cosiddetta ”chiamata”, è curata dagli appartenenti alla famiglia Russo, che tramanda questa tradizione di padre in figlio. Alle 21,30 del giorno della festa, la Scala piomba nel buio. Poi, al fischio del “capomastro”, la gente che si assiepa lungo i gradini accende con appositi stoppini i circa quattromila lucignoli, trasformando la Scala in un grande tappeto sfavillante.
“La Scala illuminata – sottolinea il sindaco Nicola Bonanno – è un evento di grande richiamo per i turisti, a cui i calatini sono fortemente e giustamente legati. La Scala, il tradizionale corteo storico del Senato civico, quest’anno senza carrozze in ossequio alla spending review, ma con un fascino immutato e nel pieno rispetto della tradizione, oltre alla ceramica e alle bellezze monumentali, culturali e artistiche, rendono particolarmente interessante una visita a Caltagirone”.
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