Laura Boldrini ne fa una questione di genere, di ruoli apicali mal declinati. Ospite venerdì scorso al Palazzo della Cultura di Catania, la presidente della Camera ha presentato il suo libro Lo sguardo lontano, edito da Mondadori.
«Se le donne si oggettivizzano dal punto di vista mediatico, ne puoi fare quello che vuoi. Perché nel nostro paese per vendere qualcosa devi usare il corpo svestito di una donna? La totale mancanza di considerazione verso la donna porta alla violenza sulla donna stessa. Oggi tutto contribuisce alla svalutazione del femminile, ma se per secoli abbiamo declinato i ruoli apicali solo al maschile, ecco che diventa una questione di abitudine, una questione culturale.»
E’ poi la volta dell’immigrazione e su questo la Presidente, o meglio la Presidentessa (così, citando l’Accademia della Crusca, lei stessa ritorna sul concetto di “declinazione”), non esita ad attaccare quella politica che non rispetta patti e accordi. Si riferisce alla convenzione di Ginevra del ’51 e all’art. 10 della nostra costituzione, quando parla della situazione siriaca. Lei che, prima di essere eletta a capo della Camera, faceva del sostegno umanitario il suo pane quotidiano, s’infiamma ed alza il tono sulla questione, concludendo che la soluzione unica ed urgente è risolvere il conflitto in Siria e costruire «un’Europa 2.0» unita contro le forze xenofobe perché il problema non è solo italiano, è europeo, ma –aggiunge- «se oggi in Europa si sta faticosamente arrivando all’idea di una comune politica di asilo lo dobbiamo al grande sforzo della Sicilia, questo va riconosciuto.»
Laura Boldrini: “Oggi in Europa si sta faticosamente arrivando all’idea di una comune politica di asilo grazie alla Sicilia”Parla di urgenze, dunque, di progetti, di sfide e di crisi «Un paese che non rispetta le istituzioni –ha detto- non ha futuro. Oggi viviamo una crisi di sistema e dobbiamo ricreare valori ed ideali, cos’è la politica senza ideali se non narcisismo? Oggi la politica ha paura delle scelte, ma la politica deve essere avanguardia.»
Così, nella convinzione che per la stampa una notizia positiva non faccia notizia, elenca il buon operato degli ultimi due anni a Montecitorio, per questo infatti – come lei stessa ha sottolineato- avrebbe scritto il libro, come a dire “chi fa da sé fa per tre.” Parla di lotta alla disuguaglianza, di evasione fiscale, di cambiamento climatico, di mobilità umana, di diritti civili, indicandoli come «priorità» della «buona politica».
Che il testo sia dunque un manifesto programmatico? Sembra di no, questa –infatti- è definizione dalla quale la Presidentessa fugge e certo non sta a noi dirimere la questione, a patto che, qualcuno dirima la semantica di un attributo, “buona”, oggi forse abusato.
Lo sguardo lontano di Laura Boldrini
Laura Boldrini in questo libro parla della sua esperienza personale, delle sue passioni e spiega anche come intende portare avanti il suo lavoro verso la “buona politica”, tra difficoltà e compromessi.
La sinossi: Perché la politica torni a essere una speranza, un servizio, una passione.
Un giorno sei chiamato dallo Stato ad assumerti una grande responsabilità. Entri cosí in un mondo nuovo, da vicino ne riconosci il ruolo cruciale nella vita democratica del paese. Ma ne scorgi anche i limiti e le contraddizioni. E provi dunque a cambiarlo.
I proventi di questo libro destinati all’autrice saranno interamente impiegati per borse di studio.
Scrivi un Commento