Fanno parte dell’Associazione Cattolica della Parrocchia di Padre Gianluca Manetti, le donne di Portopalo, che con la loro contagiosa vitalità e positività, contrapponendosi l’un l’altra, perché
l’entusiasmo del raccontare e di raccontarsi è tanto, narrano come riescono ad improvvisarsi e reinventarsi ogni giorno con dedizione, tutto per beneficienza. Si spazia dall’organizzazione di catering di lussuosa eccellenza: “ciascuna di noi si occupa di qualcosa, chi dell’antipasto, chi degli arancini, chi dei dolci” all’accoglienza dei migranti.
Maria, Isabella, Luigia, Carmela, Lucia, ecco alcuni dei nomi delle tante collaboratrici che ogni giorno s’incontrano alla Parrocchia, incastonata su una scogliera, e si dedicano per giorni alla preparazione di pasti e cene, anche solo per l’associazione sportiva dei ragazzini, semplicemente “perché è un modo per stare assieme”.
Poi il tono gioviale e spensierato delle donne s’incupisce un po’, non appena confessano di essere anche volontarie della Protezione Civile dove hanno assistito, dal 1999 al 2013, allo sbarco di circa dodicimila immigrati. Alla domanda su come sono riuscite a gestire la situazione rispondono: ”Come affrontiamo ogni cosa? Semplice, compatti e uniti”. I ricordi che rievocano sono veramente tanti. Raccontano di una novantenne siriana “uno spettacolo di donna”, del timore di una giovane emigrata, certa che al ritorno in patria, le sarebbe stata amputata una mano per aver osato scappare dal proprio Paese, di un bambino ipotonico gettato tra le braccia di una di loro, vicino alla morte. “Pensavo non ce l’avrebbe fatta – racconta una di loro – e invece il piccolo ha resistito”. E raccontano di siriani benestanti arrivati a Portopalo in barca a vela e delle loro paradossali richieste di essere portati in albergo.
Un’infinità di volti e di storie, così tante che risulta quasi impossibile ricordarle tutte, ma non per questo le donne di Portopalo hanno dimenticato di mantenere i contatti con chi hanno amorevolmente assistito: “Ci sentiamo sempre, anche su facebook, con chi può.”
Ringraziamo la Protezione civile di Portopalo per la disponibilità e per le foto forniteci.
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