L’imprenditoria Made in Sicily: le storie di successo


made in sicily

Creatività, imprenditoria e business al centro dei cinque incontri Made in Sicily ospitati nella sede della camera di Commercio di Catania.

Il ciclo di seminari è nato da un presupposto: i business connessi alla sicilianità hanno un potenziale sui mercati esteri, sono già forti di marchi locali riconoscibili e lo stesso brand Sicilia è sinonimo di prodotti artigianali di qualità, di valori tradizionali e storici.

Storie imprenditoriali e di successo hanno “sfilato” dunque nel corso dei cinque seminari organizzati dal corso di laurea in Economia Aziendale dell’Università di Catania e dall’ente camerale catanese.

Per l’ultimo dei cinque incontri focus su innovazione digitale e social a Catania.  I case histories sono stati selezionati sulla base del tema prescelto; sono intervenuti Gabriele Dovis (Mosaico Learning, portale informatico per la formazione a distanza), Stefania Tumia (A-Tono, sistemi innovativi di pagamento digitale), Oliver Giudice (ICT lab, e il digital forensics), Danilo Pecoraro (Beentouch, ribattezzato lo Skype siciliano, fondato sulla lotta al digital divide), Andrea Carollo (La Liscia Catanese, una pagina Facebook che punta sull’engagement del territorio e la tradizionale ironia non volgare dei catanesi), Giovanni Lodato (Vaccarini Food, dallo smartphone è possibile ordinare la merenda a scuola, evitando la fila nei bar scolastici in ricreazione), Rosa Maria Di Natale (EmPress media e news, team di donne giornaliste che puntano sul brand journalism per le imprese, ma anche su webformat di informazione creati su misura per le testate).

“Abbiamo ascoltato storie di imprese avviate o in via di costituzione che restituiscono l’immagine migliore del nostro territorio. -commenta il commissario della Camera, Roberto Rizzo- Colpisce la quantità di under 30 che stanno mettendo a punto il meglio delle loro idee con una maturità ed un’inventiva fuori dal comune, utilizzando la digitalizzazione come ambiente nativo per l’impresa. La Camera guarda con attenzione a queste nuove realtà che si muovono nell’ambito dell’eccellenza del territorio. Esiste una precisa domanda del mercato che deve essere individuata e su cui investiamo in termini di formazione e sostegno”. E aggiunge il segretario generale Alfio Pagliaro: “La collaborazione con l’Università aggiunge una marcia in più, non solo per le competenze tecniche e culturali, ma anche per l’apporto di menti fresche e giovani. I nostri ragazzi sono il migliore investimento per il presente e il futuro di Catania. Da parte nostra ci sforziamo di dare sempre il meglio”.

Per il docente Rosario Faraci, ideatore del ciclo dei seminari dedicati al Made in Sicily, “c’è un ‘fil rouge’ che lega i casi siciliani analizzati e dibattuti nel corso degli incontri ed è la creatività, sia che si tratti di agricoltura che di vini, di social e digital. C’è sempre presente una laboriosità tipicamente siciliana in queste esperienze, è questo è un segnale di vera speranza soprattutto alimentata dai giovani e dalle donne. C’è però il problema delle dimensioni: sono state raccontate molte storie ma di nicchia, che si rivolgono a piccoli mercati, ad una clientela molto selezionata,e  spesso parliamo di prodotti che costando di più alla produzione vengono venduti a prezzi più alti. Questo taglia fuori piccole aziende siciliane dalla competizione dei grandi numeri. Proprio in questo caso le istituzioni possono dare una mano affiancando le imprese”.

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