Mercatone Uno chiude, i lavoratori iniziano la protesta


I lavoratori del Mercatone Uno protestano di fronte la Prefettura
I lavoratori del Mercatone Uno protestano di fronte la Prefettura. Foto Brunella Bonaccorsi

Mercatone Uno è in crisi e i lavoratori scendono in piazza. Una situazione che colpisce tutti i punti vendita italiani, non soltanto quelli siciliani. Le segreterie nazionali di Fisascat Cisl, Filcams Cgil e UIlTucs, hanno, infatti, proclamato uno sciopero nazionale dei lavoratori di Mercatone Uno per l’intera giornata di oggi. A Catania i lavoratori hanno manifestato sotto la sede della Prefettura.

Secondo quanto dichiarano i sindacati “Lo sciopero nazionale dell’1 aprile comporterà una mobilitazione a livello catanese dove sarà organizzato un presidio davanti alla Prefettura, per sensibilizzare e portare a conoscenza delle istituzioni il dramma che stanno vivendo questi lavoratori”. Inoltre, sempre nella giornata del 1 aprile, durante l’incontro previsto al ministero dello Sviluppo Economico a Roma, si terrà un presidio a sostegno della vertenza.

In una nota sindacale la Cisl chiarisce: “la società, se opportunamente rifinanziata e guidata, avrebbe potuto rispondere positivamente alla sfida competitiva del mercato”. E motiva così la scelta dello sciopero: “Protestiamo  contro la decisione di “smantellare” un trentina di punti vendita, senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali, avviando una “vendita promozionale”.

Mercatone Uno e la svendita totale

Uno dei punti vendita di Mercatone Uno
Uno dei punti vendita di Mercatone Uno

Mercatone Uno aveva annunciato nei giorni scorsi, tramite sms ai suoi clienti, la svendita totale dei prodotti in assortimento. Il risultato: i clienti hanno preso d’assalto gli store dislocati sul territorio. Al contempo i dipendenti hanno iniziato la loro protesta con manifestazioni davanti ai punti vendita. Nello specifico gli addetti di Misterbianco (Ct) hanno indirizzato un documento alla Società, al curatore fallimentare, alle Organizzazioni sindacali, alle autorità a tutti i livelli, nel quale chiedevano “chiarezza e difesa delle condizioni lavorative di tutti” non riuscendo a capacitarsi “su come sia possibile chiudere un punto di vendita che da quasi diciotto anni lavora con credibilità e riconoscibilità indiscusse nel territorio, portando profitti e risultati all’intera rete nazionale”.

“L’atteggiamento dell’azienda – dice Rita Ponzo, segretaria generale Fisascat Cisl Catania – per adesso, sta mietendo solo vittime tra i lavoratori impiegati presso i punti vendita “spogliati” di merce ma induce anche a temere per il loro futuro”.

Articolo Precedente Muos sotto sequestro. Lo ordina la Procura
Articolo Successivo Autismo, domani la Giornata mondiale

Scrivi un Commento

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *