Immaginate di dar vita a un mondo nuovo in cui vivere senza porre freni alla vostra fantasia; un mondo dove anche l’impossibile diventa possibile. Cosa riuscite a fare? È questa la sfida lanciata da Sou, la scuola di Architettura per bambini, prima divisione del Farm Children’s Museum , presentata durante i festeggiamenti del sesto anniversario del Farm Cultural Park di Favara (Ag), con l’obiettivo di educare i bambini ma anche i più grandi alla libertà di pensiero, alla magia della creatività e al perseguimento dei propri sogni ma soprattutto alla cultura del do it yourself. Nella sala “Emotional Utopia”, in uno dei laboratori attivi, gli studi sulle città emozionali dell’architetto Francesco Lipari e le ricerche sulle utopie immaginate dai bambini, condotte in tutta Italia dal filosofo Luca Mori, forniranno gli spunti necessari per sperimentare la creazione di una nuova isola, cercando di individuare i bisogni degli abitanti, il modo per soddisfarli e le condizioni ideali per una buona integrazione emozionale tra gli abitanti e i loro ambienti artificiali e naturali promuovendo anche un’educazione al rispetto dell’ambiente. I principi fondamentali su cui poggia la scuola sonno espressi anche da rappresentazioni grafiche di architetti famosi, realizzate da Maria Pia Bartoli Felter all’interno degli spazi del Farm. Alcuni esempi sono le grafiche con Patrick Blanc , il maestro del verde verticale; poi c’è un omaggio ai collettivi impegnati socialmente, come Assemble, un collettivo di architetti che lavorano nelle periferie e che si occupano delle comunità. Attraverso la rappresentazione fumettistica di questi personaggi, si costruisce anche il manifesto di questa scuola, che vuole fare sognare i bambini, fare capire qual è l’importanza dell’impegno sociale e che se si vuole cambiare qualcosa nella propria vita non bisogna aspettare che intervengano gli altri ma bisogna darsi da fare, principio molto sentito all’interno del Farm.
“È una scuola in continua evoluzione, asimmetrica e che si fonda su meccanismi non convenzionali – spiega Andrea Bartoli ideatore del Farm Cultural Park – dove i visitatori possono fare un’esperienza che si traduce anche in momenti di costruzione manuale, quindi una scuola che alterna la teoria alla pratica. È una sorta di esibizione permanete che cambia sempre contenuti, a seconda della diversificazione dei contributi che danno gli artisti tenendo le lezioni per gli allievi di Sou”.
Con allestimenti a cura dell’architetto Salvator-John Liotta dello studio Laps e della graphic&motion designer Maria Pia Bartoli Felter, del filosofo Luca Mori e dell’Architetto Francesco Lipari di OFL, del biologo Massimiliano Cerra della illustratrice Adriana Lo Curto e con la collaborazione di Charles M. Yurgalevitch, Direttore della Scuola di Orticoltura di New York, la scuola frutto di un’operazione di crowdfunding, vuole rendere omaggio all’architettura contemporanea, soprattutto quella giapponese; il nome infatti è una chiara allusione a Sou Fujimoto, architetto giapponese contemporaneo.
Scrivi un Commento