“Graphis” premia i poster del Bellini di Palermo


I poster della Stagione 2011 del Teatro Massimo, progettati dallo studio Venti caratteruzzi di Palermo, hanno ottenuto un “Gold Award for excellence in design” assegnato da “Graphis. The International Journal of Visual Communications”.

Graphis, testata nata a Zurigo nel 1944 come rivista internazionale di comunicazione visiva, dal 1986 con sede a New York, ha pubblicato negli anni oltre 350 numeri e di recente si dedica anche a volumi monografici che presentano una scelta – operata da giurie di autorevoli esperti del settore – del meglio mondiale nel design, nella pubblicità, nella fotografia e nell’illustrazione. Ciascun annuario tematico (Design, Pubblicità, Fotografia, Loghi, Branding, Poster) raccoglie in volumi illustrati di grande formato i migliori lavori prodotti internazionalmente nella disciplina, suddivisi in “Platinum” e “Gold”, costituendo repertori di riferimento per il settore della comunicazione visiva.

 

Il “Poster Annual 2013” comprenderà fra i vincitori i Poster della Stagione 2011 del Teatro Massimo, selezionati sugli oltre 600 progetti analizzati, relativi a tutte le categorie produttive (dalla musica al cinema, dalle auto ai viaggi, ai musei, alle mostre etc.) che per la propria promozione scelgono i poster come media di riferimento.

“Questo secondo riconoscimento di Graphis – dichiara Carlo Fiore art director di Venti caratteruzzi – conforta le nostre scelte di disciplina, di modernità e di ironia associate alla comunicazione della vita musicale. In questo modo riteniamo che la musica classica e l’opera possano proporsi con sempre rinnovata freschezza. Il repertorio musicale e operistico è essenzialmente “antico” e le migliori regie contemporanee ne sono le più fedeli traduttrici e traghettatrici verso la sensibilità attuale; allo stesso modo un progetto grafico moderno e consistente annuncia e comunica una forma d’arte viva e non pietrificata. I poster per la Stagione 2011 del Teatro Massimo – replicati sulle copertine dei programmi di sala – erano basati su una serie di immagini legate al cinema di inizio Novecento le cui suggestioni, ravvivate da colori volutamente surreali, riassumevano lo spirito di ciascun titolo in un istante evocativo”

 

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