Soli Mai. Polo educativo
Soli Mai è stato promosso e organizzato dall’hub di prossimità della Fondazione Èbbene, con il sostegno dell’Assessorato Regionale Della Famiglia, delle Politiche Sociali e delle Autonomie Locali e in sinergia con il Comune di Catania, sostenuto da figure professionali in grado di fornire un supporto concreto. Domenica Maurigi è un’assistente sociale e coordinatrice di “Spazio 47”, un polo educativo con sede nel quartiere di San Cristoforo (Catania). Su questa iniziativa dice:
“La gente è stanca e sfiduciata, ma sostiene volentieri le buone attività come questa. Anzi, capita spesso che le stesse persone a cui l’iniziativa è rivolta si facciano promotrici dell’iniziativa stessa. Così diamo alla gente che aiutiamo la possibilità di fare del bene ad altre persone: la solidarietà diventa così un valore condiviso”.
Soli Mai. L’esempio di Lillo
Ne è un esempio concreto il signor Calogero, chiamato Lillo, che da beneficiario è diventato volontario. L’uomo rappresenta il senso del progetto: è disposto a ricevere ma al contempo a dare, pronto ad aiutare “chi sta peggio di me”, incarnando i valori della relazionalità e della reciprocità promossi dalla fondazione Èbbene:
“È importante avere dei punti di riferimento -racconta Lillo-. Ho avuto il dolce e l’amaro nella vita, ma qui ho vissuto quello che non potevo immaginare. Ho trovato l’armonia, persone buone da cui lasciarsi contaminare”.
Insieme alle attività ludico ricreative sono in programma screening gratuiti per il controllo di glicemia, saturazione e frequenza cardiaca, con la collaborazione del Comitato di Catania della Croce Rossa Italiana, da effettuare su prenotazione ai seguenti numeri telefonici:
- 329 24 95 850
- 095 092 7092
Soli Mai. Rivitalizzare il quartiere per combattere la solitudine
Il fine del progetto non è solo quello di combattere la solitudine ma anche di rivitalizzare il quartiere di San Cristoforo, spesso associato al degrado e alla malavita. Alla progressiva “centralizzazione” verso cui procede la città, oscurando e dimenticando i piccoli quartieri, Èbbene oppone invece una “decentralizzazione”. A riguardo Domenica Maurigi spiega: “Tempo fa il punto di riferimento era il cortile, quando c’era bisogno di aiuto si chiedeva al vicino. Penso che sia veramente importante restituire al quartiere la sua centralità. Sconfiggere la solitudine significa offrire un’alternativa ad essa, e questa alternativa non può che nascere dal proprio quartiere. Essere vivi significa sentirsi parte attiva di un contesto sociale.”
L’assistente sociale sottolinea un concetto che le sta particolarmente a cuore: “Chiunque dona quello che può donare e chiunque riceve ciò di cui ha bisogno, non si creano discriminazioni partendo dal conto in banca o da altri fattori. La condivisione è alla base dello star bene”.
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