La legalità può essere la via maestra per salvare la città di Catania? È la domanda che si sono posti gli ex alunni del liceo classico Cutelli, in occasione di un convegno organizzato nella sede del prestigioso istituto scolastico. Ad affrontare il tema – delicato quanto controverso – sono stati Giovanni Salvi, Procuratore capo della Repubblica di Catania, Maurizio Caserta, ordinario di Economia Politica presso l’Università etnea, e l’avvocato Enzo Guarnera. A moderare il dibattito il presidente dell’associazione ex alunni del Cutelli, Carmelo Consoli.
Dall’incontro è emerso un quadro sconfortante della città catanese, stretta nella morsa non solo della delinquenza mafiosa e dei cosiddetti “colletti bianchi”, ma anche di un’illegalità strisciante e sottile, che si esprime ad esempio nell’abusivismo, vera e propria “piaga” di Catania. Per non parlare dell’uso distorto delle risorse collettive, definito da Guarnera “la madre di tutte le illegalità”.
Oltre ad influire negativamente sulla qualità della vita, le violazioni di legge hanno un costo anche in termini economici, come ha sottolineato Caserta. Dal canto suo, Salvi ha ribadito l’impegno forte della Procura da lui guidata, ovviamente in sinergia con le forze dell’ordine. Ma il vero motore del cambiamento possono essere solo i cittadini: sta a loro – specie ai giovani – recepire e diffondere una reale “cultura della legalità”, con le azioni di tutti i giorni. Il rischio, infatti, è quello che anche le persone perbene finiscano per adeguarsi all’illegalità diffusa. E non possiamo davvero permettercelo.
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