Nasce un nuovo percorso post-laurea sulla LIS, la Lingua dei Segni Italiana. L’ateneo catanese si conferma ancora una volta “pioniere” in questo ambito formativo.
Il master post laurea attivo già dal prossimo anno accademico nella sede di Ragusa dove dal 2015 la LIS è inserita nel corso di laurea in Mediazione Linguistica Interculturale.
Il master prevede anche la formazione in LIS tattile e consente la formazione di figure altamente specializzate e molto richieste.
“La lingua verrà insegnata da un lettore sordo madrelingua LIS e da due docenti udenti specializzati nella linguistica della Lingua dei Segni Italiana”.
A spiegarlo è Sabina Fontana, docente di Linguistica Generale e Linguistica della Lingua dei Segni della Sds di Ragusa.
Lingua dei segni: garantire qualità
«Garantire inoltre servizi di qualità a tutte le persone sorde in modo che sempre più studenti sordi possano accedere all’università. E’ questo uno degli obiettivi centrali del Centro per l’Integrazione Attiva e Partecipata dell’ateneo catanese.
Bisogna fare in modo che che la formazione dei professionisti che operano con la LIS e con le persone sorde sia equiparata a quella dei professionisti delle altre lingue.
Se così non fosse si rischierebbe di attivare percorsi di formazione inadeguati che manterrebbero le persone sorde in una condizione di marginalità sociale e culturale».
La Lingua dei segni è una lingua
«Occorre quindi ribadire che la LIS è una lingua e non uno strumento per l’accessibilità come qualcuno ancora continua ad affermare – aggiunge la prof.ssa Fontana -.
La LIS è la lingua delle persone sorde e può diventare anche la lingua delle persone udenti se si promuovono progetti adeguati di bilinguismo basati su obiettivi chiari.
Qualsiasi percorso formativo di Lingua dei Segni Italiana va costruito coinvolgendo persone sorde qualificate secondo il principio promosso dalla stessa convenzione».
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