Fagioli, fave, piselli, lenticchie, saranno loro i protagonisti alimentari di quest’anno: il 2016 è stato lanciato dall’ONU come l’Anno Internazionale dei legumi. Alternativa valida alle più costose proteine di origine animale, questi alimenti sono infatti ideali per migliorare le diete nelle parti più povere del mondo. L’’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha scelto, quindi, lo slogan “semi nutrienti per un futuro sostenibile”, per fare opera di sensibilizzazione e aumentare la consapevolezza dei molti vantaggi dei legumi, incrementarne la produzione e il
commercio, e incoraggiare utilizzi nuovi e più intelligenti lungo tutta la catena alimentare. “I legumi sono importanti coltivazioni per la sicurezza alimentare di una grande percentuale della popolazione mondiale, in particolare in America Latina, in Africa e in Asia, dove sono parte delle diete tradizionali e spesso coltivati dai piccoli agricoltori- ha affermato il Direttore Generale della FAO, José Graziano da Silva- per secoli sono stati una parte essenziale delle diete umane. Tuttavia, il loro valore nutrizionale non viene generalmente riconosciuto ed è spesso sottovalutato”. Nelle case degli italiani la loro presenza cambia a seconda dell’età e zona geografica, ma di norma, in effetti, compaiono sempre meno nelle tavole delle nuove generazioni che li considerano un ingrediente a dir poco noioso, troppo lungo da cucinare, pesante da digerire. In molte parti del mondo, invece, i legumi sono parte della cultura alimentare e delle diete tradizionali, e un ingrediente chiave di molti piatti nazionali e regionali, dai falafel, al dahl, ai fagioli con chilli e al forno.
Le proprietà dei legumi
Caratterizzati da un basso contenuto di grassi e una grande ricchezza di sostanze nutritive e di fibre solubili, i legumi sono particolarmente efficaci nel mantenere in salute l’apparato digerente e nel gestire il colesterolo, ma sono anche una importante fonte di amminoacidi e proteine (l’Onu si aspetta che nel 2020 rappresentino il 20% del totale delle proteine consumate a livello mondiale) e rappresentano l’ingrediente principale di quasi tutte le diete volte a rinforzare le difese dell’organismo e prevenire la maggior parte dei disturbi cronici. Il loro alto valore nutritivo li rende strumenti ideali per combattere la malnutrizione e la loro coltivazione migliora i sistemi di coltura in cui crescono, aumentando l’efficienza dell’irrigazione, riducendo la quantità di fertilizzanti necessari e l’emissione di gas serra e arricchendo la biodiversità e la salute del suolo.
La storia del legumi
Già nel neolitico i legumi erano conosciuto e apprezzati, si pensi ai piselli, che nella Roma imperiale il popolo preparavano spesso, persino durante i combattimenti al colosseo, assieme alle nutrienti zuppe di farro e lenticchie. Il consumo di lenticchie da parte del popolo e degli schiavi era così elevato da richiedere continue importazioni dall’Egitto. Buona parte dei legumi è originaria dell’Africa come le lenticchie, i ceci e i fagioli all’occhio, mentre altri come le fave pare si siano evoluti proprio nel bacino del Mediterraneo. Arachidi e alcune varietà di fagioli sono arrivati in Europa con la scoperta dell’America mentre la soia è arrivata dall’Oriente, dove è tutt’ora il legume più consumato e utilizzato. Lupini e lenticchie sono stati ritrovati in tombe faraoniche della XII dinastia perché considerati anche simbolo della vita ultraterrena. Superato il momento di bisogno, però, non si è pensato due volte a metterli da parte di fronte all’abbondanza di carni e pesci.
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