Art Food è l’evento organizzato dal MacS (Museo di Arte Contemporanea Sicilia), diretto da Giuseppina Napoli, in programma sabato 15 dicembre 2018 alle ore 18.00, nella sede di via Crociferi – via San Francesco 30, a Catania. Secondo quanto spiega la direttrice si tratta di “un appuntamento culturale aperto alla riflessione corale su quelle che sono le tradizioni enogastronomiche, la storia e le eccellenze della nostra terra. Un connubio, quello tra cibo e arte, che affonda le proprie radici nel tempo”.
Interverranno, moderati dalla giornalista Grazia Calanna, Daniele Raneri (Storico dell’arte) sul tema “Dal Sacrale al Sociale. Breve viaggio tra i valori semantici e iconografici che l’Arte ha conferito alla rappresentazione del cibo”, Giuseppe Pennino (Assessorato Regionale dell’Agricoltura) sul tema “Oli di Sicilia” tracciando un breve excursus dell’olivicoltura siciliana, tra olivi millenari e territori di elezione a cavallo tra modernità e tradizione , Giuseppe Li Rosi (Presidente “Simenza Cumpagnìa Siciliana Sementi Contadine”) sul tema “La biodiversità e la resilienza”.
Art Food: il cibo ieri e oggi
Daniele Raneri anticipa:“Agli esordi della civiltà umana la figurazione del cibo è concretizzazione visiva del legame tra divino e umano in quanto il cibo è dono della divinità. Nei riti funerari delle civiltà fluviali il cibo è intromissione tra le divinità infere e i viventi e quindi occorre rappresentarlo o scolpirlo nelle superfici lapidee. Ancora col Rinascimento il cibo nella visione dell’artista, diviene indicatore dello stato sociale degli uomini. Tormentato e misero pasto dei diseredati nella rappresentazione di Van Gogh diviene massificazione del prodotto e rappresentazione dell’inquietudini di una società consumistica nella Pop Art”. Giuseppe Li Rosi sulla biodiversità dice: “In questi ultimi 70 anni, l’uomo ha cercato prepotentemente di costringere la natura a produrre secondo delle regole e dei sistemi pensati e messi a punto dall’uomo stesso. Ci siamo ridotti, difatti, a produrre cibo utilizzando dei mezzi annoverabili tra i “sistemi di distruzione di massa”. Noi di Simenza, riunendoci in corsi di formazione, tavole rotonde, nei campi, o davanti ad esperimenti cerchiamo di ricostruire i legami tra noi e la nostra memoria”.
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